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Il Rapporto 2023 di Caritas italiana, intitolato “Tutto da perdere,” ha evidenziato le crescenti sfide legate alla povertà in Italia, con un focus particolare sui “working poor” e la povertà energetica. I dati rilasciati, presentati in vista della VII Giornata Mondiale dei Poveri del 19 novembre, forniscono uno sguardo approfondito sulla realtà sociale del paese.

I dati

Nel corso del 2022, i centri di ascolto e servizi informatizzati di Caritas hanno supportato 255.957 persone in tutta Italia, di cui l’11,7% appartiene a famiglie in povertà assoluta. Un dato significativo emerge dalla composizione degli assistiti, con il 59,6% di stranieri tra i beneficiari, raggiungendo picchi del 68,5% nel Nord-Ovest e del 66,4% nel Nord-Est. L’età media dei beneficiari italiani è di 53 anni, mentre per gli stranieri è di 40 anni.

Il rapporto sottolinea inoltre che le persone di cittadinanza straniera assistite sono prevalentemente coniugate, mentre tra gli italiani, lo stato di povertà è correlato a forme di fragilità familiare come il celibato, il nubilato, la separazione o il divorzio. L’evento svolta che emerge come determinante è il diventare genitori: il 65,6% degli assistiti ha figli, e tra di loro, l’80% vive con figli minori.

Un elemento comune tra la maggior parte degli assistiti è il basso livello di istruzione, con il 66,5% che ha al massimo la licenza media inferiore, e la fragilità occupazionale, espressa principalmente attraverso la disoccupazione (48%) e il “lavoro povero” (22,8%).

Il rapporto evidenzia una forte eterogeneità nei casi seguiti, con nuove povertà che rappresentano il 45,3% del totale e una significativa percentuale di persone assistite da più tempo, lottando per risollevarsi. Il 21% è seguito da 1-2 anni, il 9,3% da 3-4 anni, il 24,4% da cinque anni e più, delineando così una realtà di povertà cronica.

Le nuove emergenze

Il rapporto pone l’attenzione su due nuove emergenze: i “working poor” e la “povertà energetica”. I “working poor” rappresentano situazioni in cui non manca il lavoro, ma il reddito non è sufficiente per condurre una vita dignitosa. La povertà energetica, invece, è emersa nel 2022, coinvolgendo il 19,1% degli assistiti Caritas. Il 45% degli oltre 86.000 sussidi economici erogati ha avuto lo scopo di supportare i “bisogni energetici,” principalmente sotto forma di pagamenti delle bollette.

Nell’indagine qualitativa sui “working poor,” emerge la parola “sopravvivere” come la più citata dai lavoratori poveri. Questa condizione evidenzia la consapevolezza di non avere aspettative con un presente che si dilata senza tempo, rendendolo difficile da cambiare in modo significativo, nonostante l’impegno personale. I “working poor” includono lavoratori in nero, in grigio, part time forzati e persino coloro con contratti regolari ma con salari inadeguati.

In conclusione, il Rapporto 2023 di Caritas offre uno sguardo dettagliato sulla complessa realtà della povertà in Italia, sottolineando la necessità di interventi mirati e sostenuti per affrontare le nuove emergenze sociali e creare un futuro più equo e dignitoso per tutti.

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