glifosato

Gli Stati membri dell’UE non sono riusciti a prendere una decisione sulla proposta della Commissione Europea di consentire l’uso del glifosato per altri dieci anni. Il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi non ha raggiunto una maggioranza qualificata per accettare o respingere il testo della Commissione. L’Italia ha votato a favore, critici gli ecologisti.

Nessuna maggioranza e la decisione sul glifosato slitta a novembre

Il glifosato è il principio attivo degli erbicidi più utilizzati al mondo e il suo utilizzo nella natura, incluse le aree urbane, genera da sempre un ampio e duro dibattito nella comunità scientifica tra chi lo ritiene potenzialmente cancerogeno per l’uomo e chi invece ne difende l’utilizzo poiché non pericoloso per l’ambiente e la salute umana.

Nel 2018, la Commissione Europea, tenendo conto della crescente preoccupazione dell’opinione pubblica, aveva proposto un rinnovo dell’utilizzo del glifosato per soli cinque anni, così da permettere alla scienza di approfondire ulteriormente il tema. Scaduta nel 2022, l’autorizzazione per il glifosato è stata prorogata per un altro anno, in attesa del nuovo parere dell’EFSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare. Quest’ultima ha sottolineato di non avere individuato specifiche aree critiche di preoccupazione, ma ha precisato che le informazioni disponibili non permettono ancora di trarre conclusioni definitive.

Il 13 ottobre scorso, il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi ha scelto di non decidere dal momento che non è stata raggiunta la maggioranza qualificata (15 Paesi membri con almeno il 65% della popolazione complessiva) per adottare o respingere la proposta della Commissione basata sul rapporto EFSA. Contro il rinnovo decennale all’uso del glifosato hanno votato Austria, Croazia e Lussemburgo. Si sono invece astenuti Germania, Francia, Belgio, Bulgaria, Paesi Bassi e Malta. L’Italia ha votato a favore.

Il prossimo passaggio prevede il coinvolgimento del Comitato di appello. Quest’ultimo dovrebbe discutere e votare la proposta della Commissione nella prima metà di novembre. Se anche in questo caso non verrà raggiunto il quorum necessario, la parola finale spetterà alla Commissione. In ogni caso, una decisione sul glifosato dovrà essere presa entro il prossimo 14 dicembre.

Gli ambientalisti spingono per impedire ovunque l’uso del glifosato

La scelta del governo italiano di schierarsi a favore del glifosato ha sollevato le voci critiche degli ambientalisti. «Il voto favorevole dell’Italia è paradossale. Nel nostro Paese si protesta contro le importazioni di frumento dal Canada perché contiene residui di glifosato, ma al tempo stesso il governo vota sì al rinnovo per irrorare i nostri campi con questo pericoloso pesticida», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.

«Chiediamo al governo italiano di ripensarci e di impedire un’ulteriore autorizzazione del glifosato nell’UE, come aveva già fatto in occasione del precedente rinnovo, nel 2017. Vietare l’impiego del glifosato agevolerebbe la transizione europea verso alternative più sostenibili rispetto agli erbicidi di sintesi, ad esempio integrando le pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con la vasta conoscenza ormai a disposizione sulle piante coltivate e sulle infestanti. La dipendenza dell’Europa e dell’agricoltura italiana da un erbicida dannoso per l’ambiente e probabilmente cancerogeno come il glifosato è un controsenso: questa sostanza semplicemente non ha un ruolo nella transizione verso un’agricoltura moderna ed ecologica».

Secondo Greenpeace, un’agricoltura senza pesticidi farebbe diminuire i fenomeni di resistenza nelle piante infestanti e ridurrebbe l’erosione del suolo, oltre a proteggere gli ecosistemi. “Dalle api ai pesci, dagli anfibi agli uccelli, fino a piante e alghe – sottolinea l’organizzazione ambientalista – l’esposizione al glifosato e ai suoi formulati commerciali è stata collegata a effetti negativi che possono influire sulle popolazioni e sulla biodiversità”.

I cittadini europei chiedono lo stop al glifosato

Il WWF ha definito sconcertante il silenzio delle associazioni agricole nonostante gli agricoltori siano i primi a pagare sulla loro pelle gli effetti dannosi dei pesticidi. L’associazione del panda si chiede se queste associazioni non siano più attente agli interessi di colossi agroalimentari e di multinazionali farmaceutiche che alla salute dei loro associati.

La rete europea anti pesticidi PAN EUROPE (Pesticide Action Network) ha ricordato che un recente sondaggio IPSOS, condotto in sei paesi dell’UE, mostra che solo il 14% dei cittadini esprime sostegno all’uso prolungato del glifosato. Al contrario, quasi due terzi (62%) degli intervistati sostengono la sua definitiva messa al bando. In un comunicato congiunto, diverse associazioni tra cui Isde (Associazione Medici per l’Ambiente), Legambiente, Wwf, Greenpeace, Lipu, Slow Food Italia, FederBio e Rete semi rurali, chiedono in merito l’uso del glifosato “di applicare con rigore il principio di precauzione laddove vi sia anche una piccola probabilità di rischio per la salute pubblica e per l’ambiente”.

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