Guerra e Pace in Palestina

Di fronte a quello che sta accadendo in Medio Oriente occorrono innanzitutto limpide parole di pace e vorrei proporvi quelle del Movimento nonviolento: Israele-Palestina, con le vittime contro la guerra, con gli ostaggi, contro il terrorismo di cui vi propongo il seguente drammatico appello: “Ancora guerra. Ancora orrore. Ancora morte. La parola è passata alle armi. La gente, ammutolita e spaventata, è nascosta nei rifugi. La via d’uscita è nelle mani di chi romperà la spirale di odio, rifiutando la logica perversa omicida e suicida della guerra. Solo i civili israeliani e palestinesi che sceglieranno, anche con il nostro aiuto, la via della nonviolenza, dell’agire comune per la pace, potranno ridare speranza al futuro di Israele e Palestina, che hanno un destino comune nella convivenza. La reazione militare ad un’azione militare finirà in un bagno di sangue sul terreno, ai danni dei civili disarmati: è la guerra. Questa spirale cancella ragioni e torti e mette tutti nelle condizioni di ostaggi della violenza delle armi. La società civile di Israele è ostaggio della politica estremista, fascista, nazionalista, militarista del governo di Netanyahuy.

La società civile

La società civile di Palestina è ostaggio della politica estremista, fascista, razzista, militarista delle milizie di Hamas. Due governi corrotti, Hamas e Likud, finanziati da potenze straniere, tengono in ostaggio i propri cittadini. Gli aggrediti di oggi sono gli aggressori di ieri. Gli aggressori di oggi saranno gli aggrediti di domani. Il peggior nemico della Palestina è il terrorismo disumano di Hamas. Il peggior nemico di Israele è l’apartheid contro i diritti dei palestinesi.

Aver abbandonato a sé stessi, non aver sostenuto i nonviolenti palestinesi e israeliani, i pacifisti, gli obiettori alle armi dei falchi di Israele e della Palestina, ha portato a questa deriva violenta. L’alternativa alla vendetta e alla rappresaglia può ripartire dai gruppi misti israeliani/palestinesi per la pace, dai parenti delle vittime delle due parti uniti dal dolore: è l’unica possibilità di salvezza. Piangere e condannare non basta. Dobbiamo fare la nostra parte per fermare la violenza.

Il movimento nonviolento

La Campagna di Obiezione alla guerra deve dunque essere ancora più intensa. Come Movimento Nonviolento aderiamo e partecipiamo alla mobilitazione per la pace, in Ucraina, in Israele, in Palestina e in tutti i luoghi martoriati dalla guerra. Condividiamo i due comunicati che abbiamo sottoscritto (e che sono disponibili sul sito):

 

“Fermiamo la violenza, riprendiamo per mano la pace” della coalizione Assisi Pace Giusta

“Dichiarazione dell’esecutivo della War Resisters’ International” sull’escalation di violenza in Israele-Palestina”

Immagine: Alex F. Knudsen, The boy in the striped pyjamas

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