Secondo i dati forniti nel studio quarto studio sui Greenhouse Gas dell’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) del 2020, il trasporto marittimo rappresenta quasi il 3% delle emissioni globali totali di gas serra, che le emissioni di CO2 sono aumentate del 5,6% e le emissioni di metano sono cresciute del 150%, incremento dovuto al maggiore dispiegamento di navi a gas naturale liquefatto (GNL). Alcune misure per limitare le emissioni sono rappresentate da:
- riduzione del consumo di carburante -> attraverso una minore velocità e una migliore efficienza;
- utilizzo dell’energia eolica -> allo stato attuale una ventina di navi commerciali utilizzano questa tecnologia (oltre 50.000 quelli attive nel mondo) che è comunque legata alle condizioni meteo;
- utilizzo dell’energia elettrica -> necessario implementare le infrastrutture per la ricarica;
- utilizzo dell’idrogeno -> quello verde per ottenere risultati accettabili.
Idrogeno
L’utilizzo dell’idrogeno può rappresentare una valida soluzione in quanto le navi possono viaggiare a lungo senza fare rifornimento con oltre il 40% dei viaggi a lunga percorrenza, secondo l’International Council on Clean Transportation, che verrebbero effettuati senza scali intermedi e senza modifiche strutturali alle imbarcazioni; con piccole modifiche (fino al 5% dello spazio di carico) o con una sosta sarebbero possibili il 99% dei viaggi attuali.
Vi sono però alcuni punti negativi:
- attualmente è usato prevalentemente l’”idrogeno blu” (proveniente da combustibili fossili) che quindi non abbatte completamente le emissioni anzichè l’”idrogeno verde” (estratto dall’acqua mediante elettrolisi) in quanto ottenibile più facilmente;
- lo stoccaggio non è banale
- contenitori ad alta pressione se immagazzinato come gas;
- temperatura criogenica estremamente bassa per la forma liquida (il punto di ebollizione è di -252.8°C).
Un esempio di impiego dell’idrogeno è rappresentato dal traghetto passeggeri MV Sea Change a 75 posti, un progetto pilota della Water Emergency Transportation Authority (Weta), un’agenzia regionale di trasporto pubblico di San Francisco (che trasporta oltre tre milioni di passeggeri all’anno utilizzando una flotta di 15 traghetti ad alta velocità per soli passeggeri).
Energia elettrica
Altra soluzione per limitare le emissioni è l’utilizzo di propulsori ad energia elettrica, soprattutto per distanze brevi ipotizzando una diminuzione dei costi e delle dimensioni delle batterie; in Europa viaggiano circa 700 traghetti su rotte brevi (sotto i 50 km) e potrebbero essere tutti effettuati con traghetti elettrici, implementando infrastrutture di ricarica che attingano da energie rinnovabili.
I paesi scandinavi, Norvegia e Danimarca per primi, sono in prima linea per portare le proprie flotte marittime a emissioni zero, sia per quanto riguarda i traghetti che per le navi da crociera che visitano i fiordi; la gestione delle ricariche è abbastanza semplice utilizzando i tempi di sbarco e imbarco dei passeggeri e delle merci.
Conclusioni
Il trasporto marittimo è in continuo aumento e, sebbene non sia il settore più inquinante, è fondamentale per i trasporti a lunga percorrenza e necessita di interventi per raggiungere gli obiettivi di neutralità del 2050; gli investimenti da effettuare sono ingenti ma la speranza che si proceda verso la direzione giusta c’è e quanto avviene nei paesi del nord Europa può essere da traino per tutte le altre nazioni.