“La legge per il ripristino della natura non è una minaccia” per gli agricoltori: “è molto difficile per me capire queste argomentazioni” perché “la realtà racconta una storia diversa”, ovvero che i cambiamenti climatici, e non l’Ue, stanno danneggiando i raccolti degli agricoltori. E’ quanto ha sottolineato il commissario Ue all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, in vista del voto di domani sulla legge in Eurocamera.
In realtá su questo argomento in un Green Book abbiamo giá contrastato le fake news, sottolineando l’importanza di una forte legge UE sul ripristino della natura. In questa nostra epoca di informazioni rapide, è cruciale distinguere i fatti dalle finzioni. Il problema è che alcuni settori della destra e dei popolari stanno diffondendo false notizie sulla legge per il ripristino della natura, cercando di indebolirla.
Ma proviamo a capire perché la legge sul ripristino della natura, in attesa di approvazione da parte del Parlamento europeo, abbia generato queste polemiche.
Anche il Governo italiano fomenta notizie false
La proposta della Commissione europea mira a invertire la perdita di biodiversità in Europa e negli ultimi mesi ha incontrato una forte opposizione, soprattutto da parte dei partiti conservatori che ne hanno criticato il presunto impatto sull’agricoltura e sull’allevamento.
I partiti conservatori europei hanno sostenuto che questa legge “costringerà gli agricoltori ad abbandonare alcuni dei loro campi, metterà in pericolo le catene di approvvigionamento europee o farà aumentare i prezzi dei prodotti alimentari”.
E anche il Governo italiano sta fomentando questa notizia falsa. Lo scorso 20 giugno il ministro Pichetto aveva votato contro per proteggere le lobby di agricoltura e pesca. Ma in realtà i contadini che il governo sovranista dice di voler proteggere sono danneggiati dalla posizione italiana
Le fake news
Invece, tra i messaggi che sono circolati sui social network, alcuni sostengono che se questa legge andrà avanti, gli agricoltori italiani “dovranno abbandonare il 40% delle loro terre”. Ma la Commissione europea ha smentito questa affermazione.
“Queste cifre non sono corrette. Inoltre, la legge proposta non ha obiettivi per ogni Stato membro, ma per l’Unione Europea (UE) nel suo complesso”, ha dichiarato Daniela Stoycheva, portavoce della Commissione europea per l’ambiente.
Secondo Stoycheva, il testo mira a “garantire la sicurezza alimentare, la produzione alimentare e i mezzi di sussistenza degli agricoltori”. La proposta sarà sottoposta al voto del Parlamento europeo il 12 luglio. Se approvata, proseguirà l’iter legislativo in seno al Comitato di conciliazione.
La storia della legge sul ripristino della natura
La legge sul ripristino della natura è stata proposta per la prima volta nel giugno 2022 in risposta al fatto che, secondo i dati del Consiglio d’Europa, l’80% degli habitat in Europa è in cattive condizioni e il 70% dei suoli è in uno stato malsano.
Come ha dichiarato Greenpeace, questa proposta “è un elemento chiave del Patto verde europeo e della strategia per la biodiversità“. “Questa legge nasce dalla consapevolezza che fissare obiettivi volontari è inutile. Lo scopo di questo testo è quello di stabilire obiettivi vincolanti, cioè che i membri siano obbligati a rispettarli”.
Tuttavia, resta chiaro che la proposta non stabilisce misure concrete. “Quello che la legge stabilisce è che gli Stati devono sviluppare piani nazionali che includano misure per il ripristino della natura”, ma non obbliga gli agricoltori ad abbandonare il 40% delle loro terre, come si sta diffondendo sui social network.
Il testo si pone come obiettivo la protezione del 20% delle aree terrestri degli Stati membri e del 20% delle aree marine entro il 2030 e, entro il 2050, di tutti gli ecosistemi in pessime condizioni.
Spazi per promuovere l’impollinazione
Sia la Commissione europea che il portavoce delle ONG ambientaliste sottolineano che la conservazione della biodiversità è nell’interesse del settore agricolo.
Ad esempio, sappiamo che il 75% delle colture mondiali dipende in qualche misura dall’impollinazione. Tuttavia, le popolazioni di impollinatori come farfalle, coleotteri e api sono in costante diminuzione in Europa. Per questo motivo la legge sul ripristino della natura propone di includere nei terreni “elementi paesaggistici altamente diversificati” come siepi, filari di alberi, fossati o stagni. In queste aree possono vivere animali impollinatori e altre specie, che possono anche effettuare il controllo biologico dei parassiti e ridurre la necessità di pesticidi.
Greenpeace sottolinea anche che la legge mira a contrastare l’erosione del suolo. “Se il suolo continua a erodersi, sarà impossibile coltivare. Abbiamo bisogno di terreni fertili e vivi, che possiamo ottenere ripristinando questi ecosistemi”.
Come puntualizzato dalla portavoce della Commissione europea, questi elementi paesaggistici altamente diversificati favorirebbero il recupero del suolo, oltre a trattenere meglio i nutrienti e l’acqua per ridurre gli effetti della siccità.
Il 10% della superficie agricola coperta da elementi paesaggistici ad alta diversità
Secondo Greenpeace, “tutte queste proposte mirano a rafforzare l’agricoltura, perché sono minacce del cambiamento climatico e della mancanza di biodiversità legata alla produzione agricola” e, con questo, a garantire l’approvvigionamento alimentare degli Stati membri.
Il testo propone che il 10% dei terreni agricoli dell’UE sia coperto da elementi paesaggistici altamente diversificati. Ma si tratta di un obiettivo politico a livello europeo, non di un traguardo per ogni Stato membro. Infatti, come afferma la Commissione, “si basa su misure che diversi Stati membri stanno già adottando nell’ambito della Politica agricola comune (PAC)”.
“Le caratteristiche paesaggistiche altamente diversificate contribuiscono alla produttività dei terreni prevenendo l’erosione, trattenendo l’acqua, proteggendo dal vento, fornendo impollinazione, nutrienti e protezione dai parassiti”, afferma la portavoce della Commissione. “Sono fondamentali per mantenere o addirittura aumentare la produttività agricola”, aggiunge Stoycheva.
La legge sul ripristino della natura riguarda anche le città, le foreste e le aree marine
La legge sul ripristino della natura non riguarda solo l’agricoltura. Il testo propone anche di aumentare gli spazi verdi nelle città, di rimuovere le barriere fluviali per consentire la circolazione dell’acqua e dei pesci e di proteggere le foreste, essenziali per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Il testo prevede anche il ripristino delle praterie sottomarine e il recupero di habitat per specie come delfini e focene.
La Strategia dell’UE per la biodiversità prevede quindi che ogni anno vengano stanziati più di 20 miliardi di euro per la biodiversità nell’ambito del Green Deal europeo.