crisi idrica

Fino a venerdì a New York si terrà un incontro tra circa cento ministri e una dozzina di capi di Stato e di governo per discutere la questione dell’esaurimento delle risorse idriche.  Martedì scorso l’ONU ha pubblicato un rapporto in cui avverte l’umanità di una crisi globale “imminente” legata alla carenza d’acqua, che sta diventando sempre più diffusa. Nel rapporto si parla dell’atteggiamento “vampirico” dell’umanità nei confronti delle risorse idriche. Le Nazioni Unite hanno lanciato un forte avvertimento sulla crisi idrica globale, in vista dell’inizio di una conferenza sul tema che si terrà a partire da mercoledì 22 marzo.

Il Segretario Generale Antonio Guterres ha descritto l’umanità come “vampirica”, sottolineando che il consumo eccessivo, lo sfruttamento insostenibile, l’inquinamento e il riscaldamento globale stanno esaurendo le risorse idriche del pianeta “goccia a goccia”.

I risultati dei rapporti

Nel rapporto pubblicato poco prima dell’inizio della conferenza, Guterres ha scritto che l’umanità sta percorrere un “cammino pericoloso” e che tutti ne stiamo subendo le conseguenze. La conferenza, la prima del suo genere in quasi mezzo secolo, cercherà di trovare soluzioni per soddisfare le esigenze di miliardi di persone a rischio di una crisi idrica globale “imminente”. Il rapporto congiunto dell’ONU-Acqua e dell’UNESCO, pubblicato martedì, ha messo in evidenza la minaccia imminente di una crisi idrica globale, nonostante le drammatiche situazioni di scarsità idrica già presenti in molte parti del mondo.

Secondo il principale autore del rapporto, Richard Connor, il numero di persone che subiranno gli effetti di questa crisi idrica globale dipenderà dallo scenario che si verificherà. Se non si intraprenderanno azioni adeguate, il 40-50% della popolazione mondiale continuerà a non avere accesso ai servizi igienici, mentre il 20-25% non avrà accesso all’acqua pulita. Inoltre, poiché la popolazione mondiale è in costante crescita, anche se le percentuali rimangono invariate, il numero di persone colpite continuerà ad aumentare. Un grande sforzo è in corso per invertire la tendenza e garantire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici a tutti entro il 2030, come stabilito dagli obiettivi fissati nel 2015. Attualmente, circa 6.500 partecipanti, tra cui un centinaio di ministri e una dozzina di capi di Stato e di governo, si sono riuniti a New York fino a venerdì per proporre impegni concreti.

Le preoccupazioni

Tuttavia, alcuni osservatori sono preoccupati per la portata degli impegni e la disponibilità dei finanziamenti necessari per attuarli. Gilbert Houngbo, presidente di UN-Water, la piattaforma che coordina il lavoro delle Nazioni Unite, che non ha un’agenzia dedicata a questo tema, ha affermato che c’è molto da fare e il tempo non è dalla nostra parte. È dal 1977 che non viene organizzata una conferenza di questa portata su questo tema vitale ma a lungo trascurato. In un mondo in cui l’utilizzo di acqua dolce è aumentato di quasi l’1% all’anno negli ultimi 40 anni, il rapporto di UN-Water segnala una crescente carenza idrica che rischia di estendersi e aggravarsi con l’impatto del riscaldamento globale, coinvolgendo anche regioni dell’Asia orientale e del Sud America attualmente risparmiate.

Attualmente, circa il 10% della popolazione mondiale vive in un Paese che si trova in una situazione di stress idrico elevato o critico. Inoltre, secondo il rapporto degli esperti climatici dell’ONU (IPCC) pubblicato lunedì, “circa la metà della popolazione mondiale” sperimenta una “grave” carenza d’acqua per almeno una parte dell’anno. Tale situazione evidenzia le disuguaglianze esistenti, poiché le persone più ricche hanno accesso all’acqua ovunque si trovino, mentre le persone più povere sono maggiormente vulnerabili a queste crisi. Questa è una realtà che richiede un’azione urgente e coordinata per garantire un accesso equo e sostenibile alle risorse idriche per tutti. C’è bisogno di agire subito perché l’insicurezza idrica non riguarda solo la mancanza d’acqua, ma anche la contaminazione dell’acqua potabile disponibile a causa di sistemi igienico-sanitari insufficienti o assenti.

Un problema globale

Almeno due miliardi di persone nel mondo bevono acqua contaminata da feci, mettendosi a rischio di contrarre malattie come colera, dissenteria, tifo e poliomielite. Inoltre, ci sono altri tipi di inquinamento, come quello causato da farmaci, sostanze chimiche, pesticidi, microplastiche e nanomateriali. Secondo UN-Water, per garantire l’accesso universale all’acqua potabile entro il 2030, gli investimenti devono essere triplicati rispetto ai livelli attuali. L’inquinamento idrico minaccia anche la natura. Gli ecosistemi d’acqua dolce, che sono fondamentali per l’umanità e il suo sviluppo, sono tra i più minacciati al mondo.

Come ha affermato Henk Ovink, inviato speciale per l’acqua dei Paesi Bassi, che ha co-organizzato la conferenza sull’acqua insieme al Tagikistan, “abbiamo rotto il ciclo dell’acqua”. La situazione richiede un intervento tempestivo perché “l’insicurezza idrica ha un impatto significativo sulla sicurezza alimentare, la salute, la sicurezza energetica, lo sviluppo urbano e i problemi sociali. Questa è l’opportunità di una generazione, ora o mai più”.

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