L’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, ha lanciato oggi l’ultimo avvertimento sulla crisi climatica, ribadendo ancora una volta che l’aumento delle emissioni di gas serra sta portando il mondo sull’orlo di un danno irreversibile. Solo un’azione rapida e drastica può prevenire questa situazione catastrofica. Il think tank, composto dai principali scienziati del clima a livello mondiale, ha presentato la parte finale del sesto rapporto di valutazione, un progetto durato otto anni e composto da migliaia di pagine. Tuttavia, il messaggio che emerge in modo cristallino è unico: se non agiremo subito, potrebbe essere troppo tardi.
Il ruolo dell’ONU
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un forte appello affinché ogni paese e settore acceleri in modo massiccio gli sforzi per il clima, in ogni periodo di tempo. Secondo l’IPCC, nonostante la devastazione che è già stata inflitta a numerose fasce del mondo a causa di eventi meteorologici estremi come ondate di caldo, siccità e inondazioni, milioni di persone sono ancora esposte alla fame e agli effetti sempre più irreversibili sui sistemi ecologici vitali. Tuttavia, il mondo ha ancora la possibilità di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C sopra i livelli preindustriali, soglia oltre la quale gli scienziati ritengono che i cambiamenti climatici diventerebbero irreversibili e disastrosi. È quindi necessaria un’azione su tutti i fronti, ovunque e in una sola volta per combattere il cambiamento climatico.
Le conseguenze
L’IPCC ha scoperto che oltre 3 miliardi di persone vivono in aree altamente vulnerabili al crollo climatico. La metà della popolazione mondiale sperimenta una grave scarsità d’acqua per almeno una parte dell’anno, tra cui anche l’Italia, come dimostrato negli ultimi mesi. Il rapporto afferma che molte aree stanno già raggiungendo il limite della capacità di adattamento a questi cambiamenti così gravi, e gli eventi meteorologici estremi stanno causando sempre più sfollamenti di persone in Africa, Asia, Nord, Centro e Sud America, e nel sud Pacifico, con conseguenze significative sul fenomeno delle migrazioni. Tuttavia, nonostante più di 30 anni di avvertimenti dell’IPCC, che ha pubblicato il suo primo rapporto nel 1990, non siamo stati in grado di invertire la tendenza di 200 anni di aumento delle emissioni di gas serra. Ciò significa che tutti questi impatti sul clima sono destinati ad aumentare rapidamente.
Le soluzioni
Secondo Hoesung Lee, il presidente dell’IPCC, il rapporto di sintesi sottolinea l’urgente necessità di intraprendere azioni più ambiziose per garantire un futuro vivibile e sostenibile per tutti. Attualmente, le temperature sono circa 1,1°C superiori ai livelli preindustriali, e se si riuscisse a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il prima possibile e a ridurle rapidamente negli anni successivi, potrebbe essere ancora possibile evitare le peggiori conseguenze che seguirebbero a un aumento di 1,5°C. Il segretario generale dell’ONU, Guterres, ha invitato i governi a intraprendere azioni drastiche per ridurre le emissioni, investendo in energie rinnovabili e tecnologie a basse emissioni di carbonio. In particolare, ha sottolineato l’importanza per i paesi più ricchi di cercare di raggiungere zero emissioni nette di gas serra il più vicino possibile al 2040, anziché attendere la scadenza del 2050 fissata dalle Nazioni Unite.