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Ci sono circa 17.000 siti contaminati da PFAS in Europa, di cui 2.100 con un livello di concentrazione pericoloso per la salute; è quanto evidenzia il report “Forever Pollution Project”, basato su una indagine condatta da 18 redazioni (fra i quali Le Monde ed il Guardian).

È stata raccolta una mole di dati senza precedenti utilizzando più fonti di informazioni, alcune delle quali non pubbliche; sono inoltre stati identificati i siti contaminati presunti sulla base di una metodologia già utilizzata negli Stati Uniti che presuppone, in assenza di dati di alta qualità contrari, la contaminazione da PFAS vicino a strutture che producono, utilizzano o rilasciano PFAS (un approccio che serve a sviluppare un modello conservativo).

I giornalisti impegnati nell’indagine hanno presentato dozzine di richieste FOIA (Freedom of Information Act – che garantisce il diritto di accesso alle informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni, salvo i limiti a tutela degli interessi pubblici e privati stabiliti dalla legge) dando vita ad una mappa unica e fondamentale sulla contaminazione da PFAS in Europa; la proposta dell’Agenzia Europea per le sostanza chimiche (ECHA) che mira a ridurre le emissioni delle sostante perfluoroalchiliche, datata 7 febbraio 2023, risulta quindi fondamentale per arginare la diffusione degli inquinanti “eterni”.

I numeri

Prima di analizzare la situazione in alcuni paesi Europei i numeri:

  • 17.000 -> i siti contaminati con livelli di PFAS pari o superiori a 10 nanogrammi per litro (ng/L);
  • 2.100 -> con un livello di concentrazione pericoloso per la salute (oltre i 100 ng/l);
  • 640 -> con alte concentrazioni di oltre 1.000 nanogrammi per litro d’acqua
  • 300 -> con misurazioni superiori a 10.000 ng/l.

I PFAS (utilizzati per realizzare prodotti antiaderenti, antimacchia o impermeabili) non si degradano nell’ambiente e possono essere rilevati in acqua, aria, pioggia, animali, uova sode ed esseri umani; i PFAS sono collegati ad una decina di malattie, fra cui il cancro e l’infertilità, e gravano sui sistemi sanitari europei (una stima tra i 52 e gli 84 miliardi di euro) ma non ne sono ancora regolamentati i limiti all’interno della UE con solo pochi Stati membri che hanno una propria regolamentazione.

I più alti livelli di inquinamento sono presenti intorno al sito di produzione della 3M a Zwijndrecht, in Belgio, dove sono state rilevate concentrazioni fino a 73 milioni di ng/l con le seguenti conseguenze:

  • alle persone che vivono entro 15 km dal sito è stato detto di non mangiare le uova deposte nei loro orti e di evitare le verdure coltivate in casa;
  • a 70.000 persone che vivono entro un raggio di 5 km dall’impianto è stato offerto un esame del sangue per cercare la presenza di PFAS;
  • 3M ha annunciato l’intenzione di abbandonare la produzione di PFAS e di lavorare per interromperne l’uso entro la fine del 2025;
  • 3M ha firmato un accordo per bonificare il sito con un investimento di 571 milioni di euro.

La situazione in Italia

  • 1.530 -> i siti contaminati con livelli di PFAS pari o superiori a 10 nanogrammi per litro (ng/L);
  • 780 -> con un livello di concentrazione pericoloso per la salute (oltre i 100 ng/l);
  • 246 -> con alte concentrazioni di oltre 1.000 nanogrammi per litro d’acqua
  • 26 -> con misurazioni superiori a 10.000 ng/l.

Comparando i numeri italiani a quelli europei, il dato preoccupante è che i siti nazionali con concentrazione di PFAS pericolosa o alta sono quasi il 40% rispetto al totale mentre la dimensione territoriale ed il numero di abitanti è sensibilmente minore.

Ventiquattro dei ventisei siti con misurazione oltre i 10.000 ng/l sono nei dintorni dello stabilimento della ex-Miteni, in provincia di Vicenza; le altre 2 aree sono rappresentate dai 47.000 ng/l di PFOS (e non PFAS) del Fiume Padrogiano presso l’aeroporto sardo di Olbia ed i 927.000 ng/l registrati presso lo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo nel sud-est piemontese.

I 246 siti con contentrazione oltre 1.000 nanogrammi per litro sono così distribuiti:

  • Sardegna, 25 siti, 112.500 nanogrammi totali, massima concentrazione 47000 del sopracitato Fiume Padrogiano (il secondo sito è rappresentato dalla spiaggia di Kal’E Moru);
  • Toscana, 24 siti, 53.000 nanogrammi totali, massima concentrazione 5.410 del Fiume Era a Volterra;
  • Piemonte, 4 siti, 930.000 nanogrammi totali, tutti concentrati nella zona di Alessandria;
  • Lombardia, 1 siti, 1.659 nanogrammi totali, presso Ghedi, vicino a Brescia;
  • Veneto, 192 siti, 1.040.000 nanogrammi totali, massima concentrazione 72.500 a Sarego e con solo pochissimi siti dislocati fuori dalla provincia di Vicenza.

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