Con una decisione storica, il Parlamento Europeo ha deciso che dal 2035 non sarà più possibile immatricolare nuovi veicoli con motore a combustione nei paesi dell’UE. Una decisione accolta in maniera differente dai vari schieramenti politici, e che lascia ancora alcune incognite sul tema dei mezzi pesanti.
La questione dei camion
Le emissioni prodotte dai veicoli pesanti sono aumentate di anno in anno dal 2014, tranne nel 2020 a causa della pandemia di COVID-19. L’aumento è particolarmente netto nel settore del trasporto merci, dovuto soprattutto al trasporto su strada, la cui domanda già in crescita si prevede continuerà a crescere. Nel 2019 le emissioni del trasporto merci superavano del 44% quelle del trasporto aereo e del 37% quelle del trasporto marittimo. La stragrande maggioranza dei veicoli pesanti del parco veicoli dell’UE (99%) funziona con motori a combustione interna alimentati prevalentemente da combustibili fossili importati, come il diesel. Ciò aggrava la dipendenza energetica dell’UE e l’attuale volatilità del mercato dell’energia.
La Commissione propone di introdurre gradualmente livelli di emissioni di CO2 più rigorosi per quasi tutti i veicoli pesanti nuovi con emissioni di CO2 certificate, nello specifico: emissioni ridotte del 45% a partire dal 2030; emissioni ridotte del 65% a partire dal 2035; emissioni ridotte del 90% a partire dal 2040.
I mezzi pesanti inquinanti alimentati da combustibili fossili potrebbero quindi continuare a essere venduti in Europa anche dopo il 2040. Nella proposta della Commissione Ue, i mezzi pesanti alimentati a batterie, a celle a combustibile a idrogeno e a combustione di idrogeno – che continuano quindi a impiegare la tecnologia del motore endotermico – sarebbero classificati come “a emissioni zero”. Le norme sul clima si applicherebbero a tutti i veicoli della categoria, a eccezione di alcune speciali tipologie, come gli autocarri impiegati nel settore edilizio, le ambulanze e i camion dei pompieri, per le quali si prevede una deroga. Si tratta di circa il 10% dei mezzi pesanti venduti in Europa. Il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri UE discuteranno la proposta della Commissione prima di approvare la legge definitiva entro la fine del 2023.
I camion rappresentano solo il 2% dei veicoli in circolazione, ma sono responsabili di quasi il 30% delle emissioni di CO2 del trasporto stradale dell’Unione Europea. Il trasporto su strada e i mezzi pesanti sono anche una delle maggiori fonti di inquinamento da particolato (PM) e ossidi di azoto (NOx) che causa circa 350.000 morti premature all’anno nella UE.
Con un percorso di transizione troppo lento, l’Europa rischia di non sostenere adeguatamente gli investimenti nella produzione di batterie e nella lavorazione delle materie prime come i metalli, spingendo le aziende a delocalizzare la produzione negli Stati Uniti per trarre vantaggio dai benefici dell’Inflaction Reduction Act approvato dall’amministrazione Biden.
Entro il 2035 i camion elettrici saranno più economici dei diesel, garantendo la stessa capacità di percorrenza e di trasporto merci. Senza una indicazione chiara da parte della UE, tuttavia, i mezzi diesel potranno continuare a inquinare i nostri polmoni e il Pianeta ben oltre lo stretto indispensabile.
Gli autobus
Per accelerare la diffusione degli autobus a emissioni zero nelle città, la Commissione propone inoltre che a partire dal 2030 tutti i nuovi autobus urbani non debbano più produrre CO2, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e del piano REPowerEU. “A beneficiarne saranno gli operatori e gli utilizzatori europei dei trasporti, che vedranno ridurre i costi del carburante e il costo totale della proprietà dei veicoli e avranno un’offerta ampliata di veicoli più efficienti sotto il profilo energetico. Saranno poi tutti gli europei a godere della migliore qualità dell’aria, soprattutto in città, e dei conseguenti effetti positivi sulla salute”, aggiungono da Bruxelles.
I nuovi livelli di CO2 proposti sono allineati alle ambizioni più decise che l’UE si è data in materia di clima, al pacchetto ‘Fit for 55’ e all’accordo di Parigi. Per l’esecutivo Ue “occorre accompagnare questa proposta con investimenti diretti nei veicoli a zero emissioni e nelle infrastrutture di ricarica e rifornimento”.
In quest’ottica la Commissione ha già proposto il regolamento sull’infrastruttura per i combustibili alternativi che servirà a sviluppare le infrastrutture di ricarica necessarie a sostenere la transizione verde del settore dei veicoli pesanti. La Commissione ha proposto, in particolare, di installare punti di ricarica e rifornimento a distanza regolare sulle autostrade principali: ogni 60 km per la ricarica elettrica e ogni 150 km per il rifornimento di idrogeno. La Commissione sta lavorando intensamente con i legislatori per portare a termine i negoziati su queste proposte.
L’appoggio di Legambiente
Lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035 deciso in via definitiva dal Parlamento europeo è “un segnale positivo che va nella direzione della giusta transizione ecologica anche nel comparto auto. Ora non si perda tempo in sterili polemiche”. Così Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente osservando che “abbiamo di fronte a noi dodici anni per riconvertire la filiera automotive e per arrivare pronti a questa nuova scadenza europea in cui la mobilità elettrica diventerà centrale”.
I veicoli a motore termico, alimentati a benzina o a diesel, “andranno dunque sostituiti con le alternative a zero emissioni, come l’auto elettrica” prosegue Ciafani rilevando che “il voto, arrivato dopo mesi di trattative, è un segnale positivo che va nella direzione della giusta transizione ecologica anche nel comparto auto, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Non si perda l’occasione di rendere le nostre città più vivibili, sostenibili e anche meno inquinate, con un cambio di passo, puntando sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, pubblica e condivisa”.
L’emergenza smog nelle città italiane, ricorda Legambiente, “è un problema ambientale e sanitario sempre più pressante. In Europa è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da Pm2.5, pari a 1/5 di quelli rilevati in tutto il continente”.
Le diverse reazioni politiche in Italia
Eppure, prevedibilmente, sia Fratelli d’Italia che la Lega hanno votato contro: “Mentre tutta l’industria del mondo, a partire da quella europea, ha convertito o sta convertendo le proprie filiere industriali per il passaggio dal motore endotermico a quello elettrico, come al solito arrivano le forze della conservazione contro la modernità e l’innovazione, che dicono no a tutto” ha dichiarato Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
“A causa della politica miope di questo Governo – prosegue- tra qualche anno l’Italia sarà l’unico Paese industrializzato a non essere in grado di reggere la competizione con il mercato dell’industria automobilistica globale. Invece di favorire il processo, smettendola di utilizzare soldi pubblici per incentivare l’acquisto di motori diesel e benzina, si dovrebbe stare dalla parte di una scelta verso la transizione ecologica che aumenta economia e occupazione e salvaguarda ambiente e salute”. “So bene che a lor signori non interessa, ma i costi sociali dello smog nelle città, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, ammontano ogni giorno, in Italia, a 153 vittime, per un totale di 56 mila vittime all’anno; mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che, in Italia, l’impatto economico dell’inquinamento è pari a 87 miliardi di euro l’anno, ovvero 1400 euro a persona neonati compresi. Del resto, – conclude Bonelli, – parliamo degli stessi partiti che formano una maggioranza Governo che pensa di risolvere la crisi energetica e il caro energia condannando l’Italia a dipendere dalle fonti fossili per i prossimi decenni.”
La decisione per la riduzione delle emissioni di CO2 del 100% sia per le auto nuove che per i furgoni nuovi entro il 2035 del Parlamento Europeo è stata accolta d’altra parte come un successo da parte dei Verdi Europei, i quali hanno fortemente contribuito e lavorato affinchè si realizzasse.
“Una giornata storica per il passaggio dell’industria automobilistica verso l’abbandono dei combustibili fossili”, l’ha definita Angelo Bonelli.