scuola

La ventiduesima edizione di Ecosistema Scuola, il report di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi, offre l’immagine di una scuola italiana che sta affrontando, tra luci e ombre, le sfide cruciali in tema di sicurezza degli edifici scolastici, efficientamento energetico e accesso ai servizi di base.

Un terzo degli edifici scolastici ha bisogno di interventi urgenti

I dati raccolti sono relativi all’anno 2021 e certificano lo stato di salute di 5.616 edifici scolastici di 94 capoluoghi di provincia con una popolazione studentesca, fra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, che supera un milione di studenti. Nel 2021, il 30% delle scuole aveva bisogno ancora di interventi straordinari, dato che al Sud sale al 36,8% e nelle Isole al 53,8%. Ad oggi, solo il 51,5% degli edifici dispone del certificato di agibilità e il 46,7% di collaudo statico, percentuali che si riducono nelle Isole rispettivamente al 29,5% e al 32,4%. Le scuole dotate degli accorgimenti necessari per il superamento delle barriere architettoniche sono l’86,5%, quindi non tutte le scuole risultano pienamente accessibili. Sul fronte degli interventi di adeguamento sismico, nonostante il 53,8% dei Comuni capoluogo di provincia abbia dichiarato di aver realizzato lavori, questi hanno interessato solo il 3,1% degli edifici scolastici.

Solo il 4% delle scuole è in classe energetica A. Crescono i servizi di base dopo la pandemia

La crisi energetica non risparmia nemmeno gli edifici scolastici, ma la strada per rendere le scuole meno energivore è ancora in salita. L’81,1% delle amministrazioni ha dichiarato di aver effettuato interventi per l’efficientamento energetico delle scuole, ma solo il 17,1% degli edifici scolastici è stato realmente coinvolto in questi lavori. Emerge ancora una volta una notevole discrepanza fra le scuole del Nord (21,2%) e quelle del Sud (14,7%) e ancora di più con quelle delle Isole (5,8%). Ad oggi solo il 4,2% delle scuole risulta in classe energetica A, appena il 10,8% si trova nelle prime tre classi energetiche, mentre quasi i due terzi delle scuole (74,8%) si trovano nelle tre classi energetiche più basse. La notizia positiva è che il numero di edifici scolastici che possiedono impianti per produrre energia rinnovabile è salito, anche se nel corso di un decennio, dal 12,4% al 21,8%, con il primato che appartiene alle scuole del Sud.

I fondi speciali messi a disposizione a causa della pandemia hanno permesso di realizzare nuove aule, potenziare i trasporti e la rete internet. Basti pensare che il 62,5% dei Comuni ha adottato misure specifiche per l’organizzazione del trasporto pubblico. Inoltre, il 69% delle Amministrazioni locali ha realizzato interventi per potenziare la rete internet per la DAD. Anche in risposta alla crisi economica, il 96,5% dei Comuni garantisce ora l’accesso gratuito al servizio mensa alle famiglie a basso reddito con una media nazionale del 12,2%. Per quanto riguarda le palestre, solo il 51,9% degli edifici scolastici ne è dotato. Più della metà di questi restano aperti anche in orario extrascolastico, tuttavia il 24,4% degli impianti necessita di interventi di riqualificazione urgenti. Altri servizi essenziali per le famiglie, ricorda l’analisi, sono il pre e post scuola e la disponibilità di classi a tempo pieno. Queste ultime, a livello nazionale, rappresentano il 29%, ma la percentuale scende lungo lo stivale, passando dal 37,9% delle classi del Nord, al 35,8% del Centro, per arrivare al 18,7% al Sud e al 16,2% nelle Isole.

Claudia Cappelletti, responsabile ufficio scuola Legambiente, ha rimarcato che “sarà fondamentale pensare alla riqualificazione delle nostre scuole come a un cantiere di rigenerazione urbana, sociale e educativa, condividendo il tutto con la comunità locale che si fa comunità educante, per attuare percorsi condivisi attraverso la coprogettazione sia nei servizi che nella riqualificazione e costruzione di nuove scuole”.

Le proposte di Legambiente puntano a costruire una scuola sicura e sostenibile

Nel report, Legambiente chiede di stabilizzare gli investimenti fatti durante la pandemia puntando a potenziare i trasporti pubblici e gratuiti, la mobilità sostenibile e l’accesso universale ai servizi scolastici, annullando le distinzioni fra scuole settentrionali e meridionali. Tra le proposte presentate dalla storica associazione ambientalista c’è la richiesta di procedere attraverso i fondi del PNRR alla messa in sicurezza e all’efficientamento energetico degli edifici intervenendo prioritariamente sull’adeguamento sismico di tutte le scuole ricadenti nelle zone sismiche 1 e 2, installando impianti di energia rinnovabile e raggiungendo una diminuzione dei consumi almeno del 50%. Si segnala anche la proposta di incentivare la nascita di comunità energetiche rinnovabili e solidali nelle scuole (C.E.R.S.) e la promozione in ambito scolastico del mobility manager scolastico per sostenere piani di mobilità partecipata che prevedano l’incremento del trasporto pubblico scolastico, pratiche di mobilità ecosostenibile come il piedibus o il bicibus, strade scolastiche, piste ciclabili in prossimità delle scuole e percorsi protetti.

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