Alpi: il 2022 l’anno delle prime volte
Il rapporto “la Carovana dei Ghiacci 2022”, risultato della campagna promossa da Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, delinea una situazione drammatica per le Alpi; basta confrontare visivamente le immagini odierne con le vecchie fotografie dei ghiacciai italiani, non solo quelli alpini, per verificarne la riduzione derivante principalmente dal riscaldamento globale.
Il dato più preoccupante è rappresentato dall’intensità e dalla velocità di innalzamento delle temperature, ben oltre le previsioni, con una serie di primati che sarebbe stato meglio non aver raggiunto:
- zero termico a 5184 metri (il 25 luglio 2022) quando nel mese di agosto la media è di circa 3500 metri;
- incremento delle ondate di caldo e riduzione delle ondate di freddo;
- tutte le località turistiche su ghiacciaio con piste chiuse;
- discese autunnali di Coppa del Mondo di sci alpino annullate (sui ghiacciai tra Zermatt e Cervinia).
I risultati del report
Il monitoraggio è stato effettuato per tutti i ghiacciai italiani ed ha evidenziato cambiamenti rilevanti fra cui:
- Monte Bianco
- il Miage in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri di acqua;
- il Pré de Bar arretra in media di 18 metri l’anno;
- Monte Rosa
- il Ghiacciaio di Indren è arretrato di 40 metri nel 2022 (24 nel 2021);
- il Ghiacciaio dei Forni 40 metri di arretramento nel 2022;
- la Marmolada ha perso in un secolo più del 70% della superficie ed il 90% del volume e se ne ipotizza la scomparsa tra circa 15 anni.
In aggiunta a questi dati è evidente la mancanza di neve nelle zone alpine degli ultimi anni; nell’articolo “Recent waning snowpack in the Alps is unprecedented in the last six centuries” pubblicato sulla rivista ‘Nature Climate Change’ si riscontra che la durata del manto nevoso si è accorciata di oltre un mese a distanza di cento anni.
Nonostante le informazioni sul manto nevoso siano disponibili da poche decine di anni il dato è stato ottenuto grazie alla collaborazione fra un team di ricercatori dell’Università di Padova e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del CLIMA (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna coordinato da Marco Carrer del Dipartimento Territorio e Sistemi AgroForestali di Padova: il ginepro comune, che può raggiungere 400 anni di età, ad alta quota riesce a registrare nei suoi anelli di accrescimento la durata della copertura nevosa consentendone lo studio.
Le azioni di adattamento proposte
Nel prossimo sul territorio italiano aumenterà la pressione per quel che riguarda il dissesto idrogeologico con conseguente peggioramento della situazione attuale che è già critica; secondo la SNAC (Strategia Nazionale Adattamento ai Cambiamenti) le situazioni nazionali più a rischio sono:
- le risorse idriche e le aree a rischio di desertificazione;
- gli ecosistemi montani, con la perdita di ghiacciai e di copertura nevosa;
- le aree soggette a rischio idrogeologico; l’area idrografica del fiume Po e i bacini idrografici del distretto dell’Appennino.
Il report riporta molteplici proposte di policy di adattamento sulla gestione delle acque e sui rischi causati da fenomeni meteorologici estremi fra cui:
- considerare le regioni alpine e appenniniche come aree soggette a crescente siccità;
- favorire il monitoraggio attraverso la formazione e il coinvolgimento di attori locali e del terzo settore;
- assumere la biodiversità come indicatore fondamentale della qualità e degli equilibri ambientali;
- rafforzare il ruolo delle autorità di Bacino e di Distretto anche come responsabili e autori di programmazione partecipata;
- ridurre i consumi idrici domestici con il ricorso ad acque non potabili per usi compatibili;
- promuovere progetti volti ad aumentare la resilienza socio-ecologica delle comunità montane con l’obiettivo di consentire di mantenere la loro attrattiva per residenti e turisti.
Analizzando i dati del report si può ipotizzare un futuro tutt’altro che roseo per le Alpi ed i territori montani; rischiamo di perdere alcune delle meraviglie naturalistiche del nostro Pianeta.