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“Se il mondo non inizierà a collaborare in modo più efficace per la mitigazione del cambiamento climatico e l’adattamento allo stesso, nei prossimi 10 anni il riscaldamento globale continuerà ad aumentare e si arriverà a un collasso ecologico. L’incapacità di mitigare il cambiamento climatico e di adattarsi a esso, le catastrofi naturali, la perdita di biodiversità e il degrado ambientale rappresentano cinque dei dieci rischi principali, con la perdita di biodiversità considerata uno dei rischi globali maggiormente in rapido deterioramento nel prossimo decennio”. È quanto emerge dall’ultima edizione del Global Risks Report del World Economic Forum, realizzato in collaborazione con Marsh McLennan e Zurich Insurance Group in vista del meeting di Davos dal 16 al 20 gennaio.

“Parallelamente – indica il report – la leadership guidata dalle crisi e le rivalità geopolitiche rischiano di creare un disagio sociale senza precedenti, complice l’ulteriore erosione della coesione sociale dovuta alla riduzione degli investimenti in sanità, istruzione e sviluppo economico. Infine, le tensioni crescenti rischiano non solo di aumentare la corsa geoeconomica agli armamenti, ma anche di alimentare il processo di rimilitarizzazione, soprattutto sfruttando le nuove tecnologie e gli attacchi informatici. I prossimi anni saranno caratterizzati da difficili compromessi per i governi, che si trovano ad affrontare preoccupazioni concorrenti per la società, l’ambiente e la sicurezza. I rischi geoeconomici a breve termine stanno già mettendo a dura prova gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni e hanno evidenziato un divario tra ciò che è scientificamente necessario e ciò che è politicamente accettabile. Per limitare le conseguenze del riscaldamento del pianeta è necessario accelerare drasticamente l’intervento collettivo sulla crisi climatica”.

Le raccomandazioni del report

Nel frattempo, le considerazioni sulla sicurezza e l’aumento delle spese militari potrebbero lasciare meno margine fiscale per attutire gli impatti di una prolungata crisi del costo della vita. Senza un cambio di traiettoria, i Paesi vulnerabili potrebbero raggiungere uno stato di crisi perpetuo in cui sono incapaci di investire nella crescita futura, nello sviluppo umano e nelle tecnologie verdi. Il report chiede ai leader di agire insieme e con decisione, bilanciando le prospettive a breve e lungo termine.

Oltre a un intervento urgente e coordinato per il clima, il report raccomanda un impegno congiunto tra i Paesi e una cooperazione tra pubblico e privato per rafforzare la stabilità finanziaria, la governance della tecnologia, lo sviluppo economico e gli investimenti in ricerca, scienza, istruzione e sanità. “Il panorama dei rischi a breve termine è dominato da energia, generi alimentari, debito e catastrofi. Chi è già tra i più vulnerabili sta soffrendo e, di fronte a molteplici crisi, le persone qualificate come vulnerabili stanno aumentando rapidamente, sia nei Paesi ricchi che in quelli poveri. Il clima e lo sviluppo umano devono essere al centro delle preoccupazioni dei leader globali, anche mentre combattono le crisi attuali. La cooperazione è l’unica strada percorribile”, ha affermato Saadia Zahidi, Managing Director del World Economic Forum.

Un appello da vari settori

John Scott, Head of Sustainability Risk di Zurich Insurance Group, ha dichiarato: “L’interazione fra gli impatti del cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la sicurezza alimentare e il consumo di risorse naturali è un cocktail pericoloso. Senza un cambiamento significativo delle politiche o degli investimenti, questo mix accelererà il collasso dell’ecosistema, minaccerà l’approvvigionamento di generi alimentari, amplificherà l’impatto delle catastrofi naturali e limiterà ulteriori progressi nella mitigazione del cambiamento climatico. Se acceleriamo gli interventi, abbiamo ancora l’opportunità di raggiungere l’obiettivo di 1,5°C e di affrontare l’emergenza naturale entro la fine del decennio. I recenti progressi nell’implementazione di tecnologie per l’energia rinnovabile e di veicoli elettrici ci offrono buoni motivi per essere ottimisti”.

Carolina Klint, Risk Management Leader, Continental Europe, Marsh, ha dichiarato: “Il 2023 sarà caratterizzato da un aumento dei rischi legati a generi alimentari, energia, materie prime e sicurezza informatica, il che causerà ulteriori interruzioni alle catene di approvvigionamento globali e influirà sulle decisioni relative agli investimenti. In un momento in cui Paesi e organizzazioni dovrebbero intensificare gli sforzi di resilienza, le difficoltà economiche limiteranno la loro capacità di farlo. Di fronte alle condizioni geoeconomiche più difficili, in una generazione le aziende dovrebbero concentrarsi non solo sulla gestione dei problemi a breve termine, ma anche sullo sviluppo di strategie che le posizionino bene per affrontare i rischi a lungo termine e i cambiamenti strutturali.”

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