accordi

L’Unione Europea e le organizzazioni internazionali stanno da tempo cercando di portare nel nostro pianeta una transizione ecologica mirata a costruire una società ambientalmente e socialmente sostenibile ed inclusiva. Molto spesso nel dibattito pubblico si fa riferimento ad accordi, leggi, piani. Abbiamo cercato di costruire un piccolo elenco, per cercare di fare un riassunto dei principali e più importanti.

UNFCCC (o Accordi di Rio)

Nato a New York il 9 maggio 1992 , sottoscritta da 154 paesi più l’UE a Rio de Janeiro a giugno durante il vertice sulla Terra dove tra le altre cose fu approvato anche la Convenzione sulla biodiversità.

L’UNFCCC è entrata in vigore il 21 marzo del 1994. La Convenzione definisce un obiettivo di stabilizzazione delle concentrazioni di gas-serra per la protezione del sistema climatico e promuove interventi a livello nazionale e internazionale per il raggiungimento di questo obiettivo, ma non prevede impegni vincolanti per la riduzione delle emissioni di gas-serra, ma solo un impegno di massima per i Paesi industrializzati a riportare entro il 2000 le proprie emissioni di gas-serra ai livelli del 1990. Dal 1995 sono iniziate le COP (Conferenza delle parti). La prima fu a Berlino, dove i Paesi si impegnarono a rendere più stringenti gli accordi usciti da Rio con il cosiddetto “Mandato di Berlino”. Da questi nacque il Protocollo di Kyoto.

Protocollo di Kyoto

Adottato nel 1997 ed entrato in vigore soltanto nel febbraio del 2005 impegnava i paesi industrializzati ovvero 37 paesi e la Comunità Europea (presenti nell’allegato I della UNFCCC), riconosciuti come principali responsabili dei livelli di gas ad effetto serra presenti in atmosfera, a ridurre le loro emissioni di gas ad effetto serra (biossido di carbonio CO2, metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi, esafluoro di zolfo) nel periodo 2008-2012, di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990. Questo protocollo è giuridicamente vincolante.

Pacchetto clima ed energia

Il pacchetto che l’UE adottò per il periodo successivo al termine del Protocollo di Kyoto era inserito nella Direttiva 2009/29/CE. In sintesi il Piano Clima ed energia anche chiamato 202020 prevede di Ridurre le emissioni di gas serra del 20%, alzare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20% il risparmio energetico: il tutto entro il 2020.

Accordo di Parigi

L’accordo di Parigi, firmato da 196 paesi durante la COP21, prevede di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2° C in più rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C.
In aggiunta l’intento degli stati membri UE è far sì che l’Unione diventi la prima economia e società a impatto climatico zero entro il 2050. I Paesi firmatari contribuiscono con impegni volontari trasmessi all’UNFCCC, gli NDCs (National Determined Contributions). Con gli impegni attualmente indicati l’aumento della temperatura però sarà di almeno 2,8°C.

Green Deal

Presentato nel dicembre 2019, consiste in una tabella di marcia con azioni volte a stimolare l’uso efficiente delle risorse, arrestare i cambiamenti climatici, mettere fine alla perdita di biodiversità e ridurre l’inquinamento. Tra le iniziative incluse troviamo: Fit for 55, Normativa Europea sul clima (che vincola giuridicamente la neutralità climatica al 2050 e la riduzione del 55% entro il 2030), la Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici (soluzioni basate sulla natura, Protezione civile addestrata nell’operare durante gli eventi meteorologici estremi, adattamento delle politiche macrofiscali), sulla biodiversità, “dal produttore al consumatore”, industriale, un piano d’azione per l’economia circolare e per la produzione e smaltimento delle batterie europeo, just transition.

Fit for 55

Come previsto dall’accordo di Parigi, l’UE ha presentato la sua strategia a lungo termine per la riduzione delle emissioni e i suoi piani aggiornati in materia di clima prima della fine del 2020, impegnandosi a ridurre le sue emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 garantendo una transizione giusta e socialmente equa attraverso una revisione della legislazione (nuove normative, aggiornamenti ai regolamenti), tra cui annoveriamo lo sviluppo delle energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’elettrificazione del trasporto pubblico e privato, fondo sociale per il clima e l’uso del suolo e della silvicoltura, sistemi di scambio di quote di emissioni dell’UE, combustibili alternativi. I dettagli di questo pacchetto sono ancora in fase di discussione, in particolare la legge transfrontaliera sul carbonio e la carbon border tax. L’Europa si è impegnata ad avere emissioni nette pari a 0 entro il 2050 con la comunicazione “Un Ambiente Pulito per Tutti”.

Piano Integrato Energia e Clima

Il piano che definisce come raggiungere l’obiettivo di riduzione dei gas serra del 40% al 2030. Il piano però è già obsoleto in quanto il Fit for 55 prevede già un taglio del 55%, su cui però il PNIEC è in ritardo.

8° Piano di azione per l’ambiente

Ha 6 obiettivi: riduzione delle emissioni di gas serra, un modello di crescita che resituisca alla terra più di quanto prenda, adattamenti ai cambiamenti climatici, protezione e ripristino della biodiversità, azzeramento dell’inquinamento, la riduzione delle principali pressioni ambientali e climatiche connesse alla produzione e al consumo.

Piano 2030

Tra i principali obiettivi del piano troviamo la decarbonizzazione della produzione energetica (installazione media dal 2019 al 2030 di 3200 MW di eolico e circa 3800 MW di fotovoltaico), efficienza energetica (riduzione, al 2030, del fabbisogno di energia primaria europeo del 32,5%, per l’italia il 43%, ridurre, in ciascuno degli anni dal 2021 al 2030, i consumi finali di energia di un valore pari allo 0,8% dei consumi annui medi del triennio 2016-18), sicurezza energetica, mercato interno (maggiore flessibilità del sistema elettrico, sviluppo della figura del prosumer ovvero produttore e consumatore insieme da fonti rinnovabili), ricerca innovazione e competitività.

PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,che si inserisce nel piano Next Generation EU, nelle intenzioni dovrebbe portare l’Italia verso una transizione ecologica dove vengono investiti 59 miliardi (31,05% del finanziamento del piano) e digitale pari a 40 miliardi (21% del totale). Il piano è composto da altre 4 missioni oltre alle due sopracitate: Infrastrutture per una mobilità sostenibile (25,40 miliardi), Istruzione e ricerca (30,88 miliardi), Inclusione e coesione (19,81 miliardi), Salute (15,63 miliardi).

Strategia Italiana di lungo termine per la riduzione dei gas ad effetto serra

Comprende gli obiettivi nazionali per il 2030 per ridurre le emissioni di gas serra. Da qui è possibilie scaricare la strategia in sintesi.

Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

Il piano, pubblicato dopo il disastro di Ischia è consultabile sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Agenda 2030

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

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