disastri

Nel report “Counting the cost 2022: a year of climate breakdown”, pubblicato dall’agenzia cristiana di aiuto e sviluppo “Christian Aid”, sono riportati i 20 peggiori disastri climatici successi nel 2022 suddivisi in:

  • i 10 più costosi;
  • i 10 più significativi per morti, devastazioni e danni ambientali.

Verificando i dati emerge che gli impatti economici sono, in termini assoluti, più elevati nei paesi ad alto reddito ma il numero delle vittime è maggiore nei paesi più poveri; i valori del report sono rappresentati dal costo dei sinistri assicurati mentre il costo reale è difficile da quantificare (in quanto porta effetti anche successivi) ed i dati sono quindi sottostimati ma delineano l’anno 2022 come il peggiore dal punto di vista della crisi climatica.

Le previsioni per gli anni a venire non sono incoraggianti: anche con azioni di mitigazione molto più ambiziose di quelle previste dagli accordi della gli eventi meteorologici estremi in grado di provocare danni ingenti sono destinati ad aumentare di numero; riduzione delle emissioni di gas serra, aiuti alle comunità vulnerabili che vivono nei paesi più poveri, istituzione di un fondo Loss & Damage per garantire equità (chi inquina paga) ed ingenti investimenti nella transizione energetica verso le rinnovabili sono le raccomandazioni presenti nella pubblicazione.

L’elenco dei disastri

I dieci disastri climatici del 2022 con perdite stimate maggiori superano tutti i 3 miliardi di dollari e sono stati sono stati provocati da inondazioni, siccità o cicloni; tutti i continenti sono stati toccati da almeno un evento e, in ordine di costo stimato, sono i seguenti:

  • 100 miliardi di dollari -> per i danni provocati dall’uragano Ian a Cuba e nella costa est degli Stati Uniti d’America, aggiungendo 130 morti ed oltre 40.000 sfollati;
  • 20 miliardi -> per la siccità in Europa, durata oltre tre mesi e per la quale non è possibile effettuare una effettiva valutazione di morti e sfollati;
  • 12.3 miliardi -> inondazioni in Cina nello stesso periodo della siccità Europea;
  • 8.4 miliardi -> siccità in varie zone della Cina durante tutto l’anno;
  • 7.5 miliardi -> per le inondazioni in Australia con 60.000 sfollati;
  • 5.6 miliardi -> per le inondazioni in Pakistan con 7 milioni di persone sfollate ed oltre 1.700 morti;
  • 4.3 miliardi -> per il primo ciclone extratropicale del nord Europa;
  • 4 miliardi -> siccità in Brasile;
  • 3 miliardi -> inondazioni in Sud Africa con oltre 40000 sfollati e 459 morti;
  • 3 miliardi -> per il ciclone Fiona che ha colpito principalmente Portorico con 13000 persone costrette a lasciare la propria abitazione.

I 10 eventi più significativi a livello di danno ambientale non sono invece dislocati in ogni parte del mondo ma sono ubicati principalmente nei paesi più poveri che non sono in grado di mettere in piedi delle azioni di mitigazione e di prevenzione:

  • 36 milioni di persone -> interessate dalla siccità in Somalia, Etiopia, Kenya secondo l’OCHA (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs);
  • 1.3 milioni -> le persone sfollate in Mali, Camerun, Nigeria e Niger a causa di inondazioni con un bilancio di oltre 600 morti;
  • 1 milione -> per un ciclone in Bangladesh;
  • 850.000 e 162 morti -> per una tempesta tropicale nelle Filippine;
  • 70.000 -> inondazioni in Malesia;
  • 366 morti -> tempeste e cicloni nel sudest Africano;
  • 1.400 sfollati e 230 morti -> inondazioni in Brasile.

Altri eventi che hanno provocato danni ambientali ingenti ma per i quali non è stato possibile stimare sfollati o persone decedute sono gli alcuni incendi:

  • in India e Pakistan
  • nella Terra del Fuoco in Cile (ospita alcune delle più grandi concentrazioni al mondo di torbiere ricche di carbonio)
  • nelle regioni artiche ed antartiche.

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