I robot ci ruberanno il lavoro, l’e-commerce distruggerà le piccole imprese, la tecnologia è nemica dell’uomo, il progresso distruggerà il pianeta. Quante volte abbiamo sentito queste frasi, quante volte abbiamo messo in contrasto transizione digitale e transizione ecologica oppure tecnologia e questione sociale?
Niente di più sbagliato, così facendo abbiamo solo regalato i mezzi a chi basa la sua ricchezza sullo sfruttamento. La tecnologia, in quanto mezzo è neutrale, le finalità per cui nasce e come viene usata invece no: la sua nascita, il suo obiettivo e la sua destinazione sono scelte politiche, scelte che abbiamo deciso di non prendere nascondendo la testa sotto la sabbia di battaglie stupidamente ideologiche e lasciando ad altri il controllo.
La tecnologia è neutra
Come un coltello può servire sia per preparare una cena sia per accoltellare, così la tecnologia può aumentare il benessere sociale o aumentare lo sfruttamento.
Tecnologie come la realtà virtuale e la realtà aumentata potranno ridurre drasticamente il rischio di infortuni sul posto di lavoro ma possono anche servire per addestrare terroristi.
L’IoT, il machine learning, l’ IA potranno migliorare i servizi alla persona, aumentare la precisione e la produttività del sistema produttivo. Questo potrà generare un aumento del prodotto generato (con conseguente bisogno di aumento dei consumi) oppure ridurre il monte ore necessario per il soddisfacimento del benessere sociale (mantenendo quindi, o addirittura riducendo, il bisogno di beni attuale), quindi gettare le basi per la settimana corta.
Lo smartworking serve già ora per spostare il concetto di lavoro da base oraria a base “ad obiettivo” dove il lavoratore meglio può conciliare il lavoro con la vita che è la base delle scelte che hanno portato il fenomeno delle grandi dimissioni.
Le tecnologie come i nuovi materiali, la stampante 3d (che funziona per addizione e non sottrazione), le rinnovabili, la propulsione elettrica o ad idrogeno serviranno per ridurre l’inquinamento, lo spreco di risorse ed i consumi sia in termini di materia prima ed energia, sia riducendo l’obsolescenza e la necessità di sostituzione di elettrodomestici, beni, attrezzature.
I sistemi in cloud, le blockchain serviranno per aumentare la sicurezza dei nostri dati e dei sistemi informatici. Per non parlare delle tecnologie quali guida autonoma, cibernetica, cyber chirurgia etc.
Insomma i vantaggi della quarta rivoluzione industriale sono enormi. Manca però un lavoro strutturale, di rete tra decisori politici, imprese, lavoratori e portatori di interesse. Manca totalmente, soprattutto in Italia, un piano industriale e tecnologico che sappia governare questo fenomeno epocale che come detto porterà enormi vantaggi ma anche molti rischi. Perché purtroppo non c’è scelta, il progresso arriverà. La scelta è se sforzarsi di provare a governarlo o se accontentarsi di subirlo, come la crisi climatica.
Manca inoltre una formazione delle imprese, dei decisori e soprattutto degli operatori.
Il tema etico
Altro punto che dovremo prima o poi affrontare è il tema etico, alcuni esempi: siamo su un’auto a guida autonoma, un bambino attraversa la strada… l’auto deve avere come priorità salvare il pedone o l’autista?
Nella cyber chirurgia qual è il limite in cui possiamo addentrarci? Clonare per crearsi una riserva di organi è considerato etico? Modificare il DNA, magari per modificare il sesso o i colori dei capelli del bambino, sarà etico?
Questo articolo, per forza di cose non esaustivo, serve come prima traccia per iniziare un approfondimento sul tema delle tecnologie e sul loro effetto sulla società. È un invito a farci domande e a farle ai nostri rappresentanti, ci aspetta un mondo magnifico, inclusivo e sostenibile… sempre se sapremo governare i cambiamenti epocali, perché la quarta rivoluzione industriale è ormai un futuro presente.