biocombustibili

Il quarto MED & Italian Energy Report, intitolato “Alternative fuels: a strategic option for the Euro-Mediterranean area?”, mette in evidenza che il petrolio è ancora la principale fonte energetica dell’Unione Europea.

I primi dati della ricerca effettuata da SRM Centro Studi (collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), ESL@Energy Center (Politecnico di Torino) e la collaborazione della Fondazione Matching Energies non sono però del tutto negativi in quanto, nell’ultimo ventennio, i combustibili fossili stanno perdendo quota rispetto alle rinnovabili:

  • petrolio dal 38,7% al 32,7%;
  • gas dal 20,6% al 20,4%;
  • rinnovabili e biocarburanti dal 6,4% al 17,9%.

Il trilemma energetico e il ruolo dei biocarburanti

La guerra in Ucraina sta spostando le priorità associate al triangolo degli attributi energetici desiderabili (sostenibilità ambientale, sicurezza energetica ed equità) in direzione degli ultimi due, sicurezza ed equità, a discapito della sostenibilità ambientale; in Italia, come risposta immediata alla crisi, è aumentata la fornitura di fonti fossili dall’Algeria dalla quale, nei mese di ottobre e novembre 2022, l’importazione di gas risulta superiore al 40% del totale, mentre l’importazione dalla Russia è stata inferiore all’1%.

Per riequilibrare gli attributi energetici è possibile utilizzare le risorse rinnovabili disponibili localmente che portano benefici in termini di crescente sostenibilità e di sicurezza degli approvvigionamenti; inoltre, secondo il report, l’energia elettrica non potrà garantire da sola la completa decarbonizzazione dei sistemi energetici mediterranei a causa della presenza di usi energetici finali hard-to-abate quali il trasporto marittimo ed aereo.

In questi due settori sarà fondamentale il ruolo dei biocombustibili e dei combustibili sintetici che sono stati inseriti nel piano strategico della Commissione Europea ‘REPowerEU’ in quanto coerenti con il Green Deal europeo; sono già in atto politiche che promuovono i biocombustibili nel settore dei trasporti come la direttiva RED II 2018/2001 che contiene un obiettivo del 14% di FER (Fonte di Energia Rinnovabile) rispetto al consumo totale di energia del settore dei trasporti per l’anno 2030, con un sotto-obiettivo dell’1,75% di biocombustibili avanzati.

I numeri dei biocombustibili

I biocombustibili svolgono attualmente un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione e tale affermazione è spiegata dai numeri:

  • 83% – quanto vale il settore trasporti dell’UE sul totale dei combustibili rinnovabili utilizzati nel 2020;
  • 6.300 – i ktep di biocombustibili utilizzati dai paesi UE della regione del Mediterraneo (38,8% del totale);
  • 90% – la quota rappresentata dal consumo nelle sole Francia, Spagna e Italia;
  • 8 – 12,6 – la domanda di Mtep per il settore trasporti nella sponda settentrionale del Mediterraneo prevista al 2030;
  • 28 – Mtep di potenziale tecnico totale risultante per la sponda settentrionale dell’UE;
  • 15-16% – il potenziale SAF (Sustainable Aviation Fuel) previsto da oli e grassi sulla domanda totale per il 2030;
  • 20% – la produzione di Bio-LNG per il settore marittimo;
  • 94,2% – i prodotti petroliferi per i trasporti nel Mediterraneo;
  • 75,9%  – i consumi di prodotti petroliferi per il solo trasporto su gomma;
  • 29,9% – le emissioni complessive di anidride carbonica nella regione dovuta ai trasporti.

Trasporti marittime ed aerei

Per poter decarbonizzare i settori del trasporto aereo e marittimo nel Mediterraneo servono 1198 TWh/a di energia elettrica che corrisponde al 58% dell’attuale produzione elettrica del Mediterraneo; per raggiungere tale obiettivo si dovrebbero installare 1067 GW di solare fotovoltaico (quindici volte la capacità attuale) o 610 GW di capacità eolica onshore (6 volte la capacità attuale).

Nel report si afferma che per raggiungere quanto sopra ipotizzato sono necessarie filiere di larga scala legate alle bioenergie, progettata in modo sostenibile ma tenendo conto anche di altri aspetti, quali il supporto all’agricoltura ed alla silvicoltura sostenibili, con la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica nel suolo.

Green Ports e Green Ships rappresentano i nuovi modelli sempre più volti allo sviluppo energetico: porti che sono poli di sviluppo industriale ed energetico perché terminali di energie fossili e rinnovabili e luoghi di sbocco di pipelines che portano flussi di energia, possibilmente vicini ad industrie ad alta intensità energetica; il 63% della flotta negli orderbook (navi nei cantieri in costruzione) è rappresentato da mezzi alimentati con combustibili alternativi, prevalentemente Gas Naturale Liquefatto e Metanolo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui