“Global bike boom”, così è stata definita la crescita del settore bicicletta e di tutto il movimento ciclistico. Una ripresa supportata da numeri in forte crescita, sia per quanto riguarda la produzione che i servizi a supporto di questo mondo.
I numeri ce li dà il 3° Rapporto Nazionale su Cicloturismo in Italia, presentato a Vasto il 25 ottobre scorso. I numeri ci raccontano di un settore, quello della bici in generale e del Cicloturismo in particolare, in piena salute: 31 milioni di presenze stimabili nel 2022, il 4% di quelle registrate in Italia, con circa 4 miliardi di spesa stimata da parte dei cicloturisti.
Una grande opportunità si prospetta soprattutto per le località meno battute dal turismo, che farebbero bene ad investirci tempo e denaro. Infatti questa vacanza slow attira “un turista che predilige il contatto con la natura, amante dell’enogastronomia e dell’artigianato locale, molto attento a quell’insieme di valori legati alla sostenibilità economica, sociale e ambientale che rappresentano un patrimonio del turismo italiano su cui è vincente puntare e investire” dice Roberto Di Vincenzo di ISNART.
“L’Italia ha tutte le caratteristiche per fare tesoro di questo fenomeno, intercettare al meglio la tendenza in atto e tradurla in occasione di buona crescita soprattutto per le aree interne, luoghi che più di altri si prestano a offrire proposte di vacanze slow e di qualità” ribadisce il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti.
I dati del cicloturismo in Italia
Il cicloturismo innesca dei circoli virtuosi, perché nella sua natura implica dei concetti positivi: sostenibilità, sicurezza, salute e inclusione, in grado di valorizzare i territori.
Attualmente in Italia ci sono 4.900 percorsi ciclabili per un totale di 90.000 Km, 8 milioni sono gli italiani interessati al cicloturismo, 4.940 gli operatori turistici, 4.550 gli hotel attrezzati ad ospitare i cicloturisti, 800 servizi di noleggio biciclette, 200 ciclo officine.
I 4.900 percorsi disponibili sono di diverse tipologie: piste ciclabili/ciclopedonali, corsie ciclabili, piste e strade ciclabili, sentieri e/o percorsi natura ciclabili, strade senza traffico, strade a basso traffico, “strade 30”.
Il 54% di questi 90.000 km di percorsi si concentra in 4 regioni del nord: Lombardia 17.000 km, Veneto 13.000 km, Piemonte 9.500 km, Emilia Romagna 9.000 km.
Il Trentino Alto Adige si conferma “la migliore della classe” nell’accoglienza dei cicloturisti con 1.340 alberghi con servizi dedicati, bene anche Valle D’Aosta e Abruzzo. In ogni caso in tutte le regioni le attività ricettive si stanno attrezzando per offrire servizi ai cicloturisti, con una frequenza media di 5 strutture ogni 100 km di ciclabili. In questa particolare classifica però saltano agli occhi i dati di Piemonte e Lombardia con sole 1,5 strutture per la prima e 2,1 strutture per la seconda, considerato che sono 2 delle 4 regioni con più km di ciclabili in Italia.
Un settore in crescita
Gli interessi attorno al cicloturismo è in continua crescita e sul web vengono sempre più ricercati i percorsi e le vacanze da passare lungo questi percorsi. Negli ultimi 2 anni c’è stato un incremento dell’84% di ricerche su ciclovie e piste ciclabili, le più “cliccate” sono: Ciclovia del Sole (Mirandola Bologna), Ciclovia del Po, Ciclovia Adriatica. Le piste ciclabili più ricercate: Spoleto-Assisi, Destra Po, Val Brembana.
In merito alle vacanze dei cicloturisti, i tour operator ci danno una loro lettura del fenomeno: il 64% sono Italiani, il 36% stranieri, spendono una media di 115€ al giorno per un pacchetto cicloturistico, 3,2 i giorni medi dedicati al cicloturismo. La meta preferita è il Nord Est, grazie proprio alla grande concentrazione di percorsi e servizi a supporto in quella zona e ai collegamenti più facili con il nord Europa. In pratica quasi la metà dei turisti (49%) sceglie il Nord Italia per una vacanza con la bicicletta. Grazie all’Ebike la richiesta di questo tipo di vacanza sta crescendo, proprio perché avvicina più persone a percorsi che altrimenti sarebbero preclusi ai meno allenati.
Le esigenze del cicloturista sono molteplici e interessanti, sia per offrire un’ampia gamma di servizi da parte degli operatori, ma anche per cogliere opportunità di business. I servizi più richiesti sono il noleggio bicicletta (50% del totale dei pacchetti cicloturistici venduti), i tour di gruppo (47%), il pernottamento (45%), l’assicurazione (44%), ma sono sempre più richiesti anche, guide, delle quali è previsto un incremento di richieste del 67%, manutenzione della bici, trasporto bagagli.
In sostanza per il biennio 2022-2023, le aziende turistiche prevedono un aumento di ricavi da cicloturismo dell’89%.
I vantaggi per gli altri settori
Il settore sembra prepararsi, come si accennava, ad un vero e proprio boom con prospettive rosee per i prossimi anni, tanto che, dando un breve sguardo a quello che accade nelle attività produttive del settore bicicletta, se ne traggono ampie conferme.
Il cicloturismo innesca investimenti pubblici e privati come: opportunità produttiva, servizi accessori, offerta turistica, canale di marketing territoriale, tutela del territorio.
Per quanto riguarda il settore produttivo si è registrato un +7% di produzione di biciclette, +7,4% crescita dei ricavi, +7,3% crescita media annua di fatturato. Molte aziende stanno pensando di far rientrare in Europa la produzione di biciclette per accorciare catene di forniture troppo lunghe. Il 47% delle aziende si aspetta un incremento di fatturato nel prossimo biennio e stanno incrementando i propri investimenti nel settore (di cui l’81% di risorse è interno alle imprese stesse). Si rendono necessari però degli interventi strutturali soprattutto sulla formazione delle competenze. Si può dire che ormai la bicicletta non è più considerato un prodotto a se stante , ma un mezzo alternativo e sostenibile per realizzare la mobilità del futuro.
In questo scenario emerge forte quanto in molti già oggi sostengono: la transizione ecologica porta con se una serie di benefici sia per i consumatori che per le aziende. Intraprendere sin da subito nuove strade per gli interessi economici delle imprese e di benessere per i cittadini potrebbe attivare dei circuiti virtuosi per raggiungere gli obiettivi della green revolution e il cicloturismo e il settore della bicicletta ne sono una testimonianza tangibile.