zero waste

Lo Zero Waste (zero rifiuti) è una strategia di gestione dei rifiuti che si propone di rigenerare in maniera ciclica la vita dei rifiuti, smettendo di considerarli come scarti ma come materie prime da riutilizzare.

Si basa sul modello dell’Economia circolare e non sull’incenerimento dei rifiuti.

L’Economia Circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, ripartizione, ricondizionamento, riciclo dei materiali e prodotti resistenti il più lungo possibile. L’obiettivo è quello di allungare il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre il rifiuto al minimo. Una volta che il prodotto ha terminata la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono reintrodotti, dove è possibile, nel ciclo economico.

I 10 passi per la strategia Zero Waste

Ogni comune per raggiungere l’obbiettivo “Zero Rifiuti” deve attuare i seguenti 10 passi:

  1. separazione alla fonte: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non è un problema tecnologico, ma organizzativo, dove il valore aggiunto non è quindi la tecnologia, ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare in un passaggio chiave per attuare la sostenibilità ambientale.
  2. raccolta porta a porta: organizzare una raccolta differenziata “porta a porta”, che appare l’unico sistema efficace di RD in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Quattro contenitori per organico, carta, multi materiale e residuo, il cui ritiro è previsto secondo un calendario settimanale prestabilito.
  3. compostaggio: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.
  4. riciclaggio: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva.
  5. riduzione dei rifiuti: diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica, utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia), utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shoppers in plastica con sporte riutilizzabili.
  6. riuso e riparazione: realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze in Nord America e in Australia.
  7. tariffazione puntuale: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti più consapevoli.
  8. recupero dei rifiuti: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla RD, impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua.
  9. centro di ricerca e riprogettazione: chiusura del ciclo e analisi del residuo a valle di RD, recupero, riutilizzo, riparazione, riciclaggio, finalizzata alla riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili, e alla fornitura di un feedback alle imprese (realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore) e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo.
  10. azzeramento rifiuti: raggiungimento entro il 2020 dell’azzeramento dei rifiuti, ricordando che la strategia Rifiuti Zero si situa oltre il riciclaggio. In questo modo Rifiuti Zero, innescato dal “trampolino” del porta a porta, diviene a sua volta “trampolino” per un vasto percorso di sostenibilità, che in modo concreto ci permette di mettere a segno scelte a difesa del pianeta.

Storia del primo comune d’Italia nell’attuazione della strategia Zero Waste

Capannori è un comune di 46.272 abitati in provincia di Lucca in Toscana. Nel 2007 è stato il primo comune d’Italia ad aderire alla strategia “Zero Rifiuti”. Da allora è diventato il punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale per la gestione dei rifiuti e l’attuazione di buone pratiche ambientali.

Le tappe trascorse per percorrere questa strada sono queste:

2005: avvio estensione “porta a porta” (frazione di Guamo)

2005: apertura prima stazione ecologica (Salanetti)

2007: adesione alla strategia “Rifiuti Zero” come primo Comune in Italia

2007: istituzione dell’Osservatorio verso Rifiuti Zero, presieduto da Paul Connet e coordinato da Rossano Ercolini

2010: completamento della graduale estensione del “porta a porta” nelle 40 frazioni del territorio

2010: nascita del Centro Ricerca Rifiuti Zero, con sede a Capannori, coordinato da Rossano Ercolini

2011: apertura Centro del Riuso di Lammari

2012: avvio estensione “tariffa puntuale” (8 frazioni, 1550 famiglie, 335 utenze non domestiche)

2013: completamento estensione “tariffa puntuale” nelle 40 frazioni del territorio

2014: Apertura dell’Emporio “Daccapo” a Coselli

2016: potenziamento del ritiro “porta a porta” del multimateriale leggero, del vetro e introduzione del bidone per gli sfalci e le potature

2016: avvio del progetto “Famiglie Rifiuti Zero” per creare cittadini più consapevoli e abbattere ulteriormente gli scarti. A queste viene praticato uno sconto del 10% sulla parte variabile della tarifa

2016: ulteriore incentivo per chi pratica il “compostaggio domestico” (la riduzione sulla parte variabile della tariffa passa dal 10% al 20%)

2019: lo sconto sulla parte variabile della tariffa per le famiglie Rifiuti Zero sale al 20%. Introdotto lo sconto del 20% sulla parte variabile della tariffa per bar, ristoranti ed altri esercizi che somministrano alimenti, che in via continuativa devolvono le proprie eccedenze alimentari ai fini di solidarietà sociale. Maggiori incentivazioni inoltre anche per piccoli e medi esercizi commerciali che vendono prodotti sfusi e quindi contribuiscono a diminuire gli imballaggi da smaltire; anche in questo caso è previsto un aumento dello sconto in bolletta che sarà calcolato in proporzione alla superficie dedicata all’interno del locale alla vendita di prodotti di questo genere.

2020: avvio della raccolta sperimentale di assorbenti per l’igiene femminile

2020: Avvio del progetto sperimentale “Focus”, assieme all’Università di Pisa, per riciclare i mozziconi di sigaretta, trasformandoli in substrato inerte per la coltivazione di piante

2020: lo sconto sulla parte variabile della tariffa per chi pratica compostaggio domestico sale al 30%

2021: avvio del progetto “Eco” rivolto a bar e ristoranti. Possibile una riduzione del 10% o del 25%, a seconda delle buone pratiche adottate, sulla parte variabile della tariffa.

2022: partenza progetto “Adotta un lombrico” per l’autocompostaggio domestico tramite lombricompostaggio. Previsto uno sconto del 30% sulla parte variabile della tariffa

2022: approvazione del piano d’azione comunale per l’economia circolare “Capannori circolare 2030”

2022: inizio raccolta sperimentale dei rifiuti tessili (dal 1° luglio)

L’attuale sindaco ha sottoscritto una lettera d’impegno per far diventare questa città certificata Zero Waste a livello europeo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui