Nel marzo scorso il Parlamento ha approvato una fondamentale modifica della Costituzione italiana che cambia tutto l’impianto giuridico finora esistente per quanto riguarda i diritti dell’Ambiente, delle Biodiversità, degli Ecosistemi e degli Animali. All’articolo 9, infatti, è stato aggiunto un comma, che dice che la Repubblica italiana “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Il termine “tutela” esprime la forma attiva di intervento imposto dalla norma costituzionale e significa protezione e conservazione del mondo naturale. Il Legislatore dovrà avere cura dell’Ambiente, della Biodiversità e degli Ecosistemi in quanto soggetti autonomi, portatori di un diritto Costituzionale. Tale inquadramento normativo fa sì che questo nuovo diritto sia collocato nei primi dodici articoli della Costituzione, cioè tra i Diritti Fondamentali e fa diventare quel noto atteggiamento di disinteresse in ciò che “sta fuori della porta di casa” non solo stupido ed anacronistico, ma anche illegittimo, perciò da sanzionare.
Perché il Parlamento italiano ha ritenuto così importante la tutela dell’Ambiente, tanto da introdurla a pieno titolo nel dettato costituzionale? Perché il mondo naturale è in grado di fornire gratuitamente alle persone alcuni servizi, denominati servizi ecosistemici (SE), essenziali per la vita ed il benessere del genere umano. I servizi ecosistemici possono essere raggruppati in 3 categorie principali:
- SE di regolazione in riferimento ai gas atmosferici, clima, acque, erosione, prevenzione del dissesto idrogeologico, regolazione dell’impollinazione, habitat per la biodiversità.
- SE di approvvigionamento in riferimento al cibo, materie prime, acqua dolce e variabilità biologica.
- SE culturali, quali valori estetici, ricreativi, educativi, turistici, spirituali, artistici, identitari.
L’Assemblea Generale dell’Onu il 28 giugno 2012 ha affermato che: “la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità (…), riconoscendo inoltre la necessità di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile”.
È evidente che non è possibile il benessere e la felicità per la specie umana in un Ambiente inospitale e degradato. Questo assunto introduce un altro aspetto che è quello della corretta interazione dell’Uomo con l’Ambiente che lo contiene. Questa interazione dovrà necessariamente tendere all’”Impatto Zero”, perché, a differenza di ogni altro abitante di questo bellissimo Pianeta, l’Uomo è quello che più può radicalmente modificarlo. Purtroppo la nostra insipienza ed arroganza, ci ha fatto pensare che possiamo noi modificare l’Ambiente a nostro esclusivo uso, distruggendo foreste (e perdendo così la conversione di anidride carbonica e la conseguente produzione di ossigeno), immettere qualunque sostanza nei corsi d’acqua (avvelenando lentamente non solo gli animali in essi contenuti, ma anche coloro che si nutrono di questi animali, noi compresi), prendendo e sperperando ogni risorsa minerale, vegetale e animale (ritenendole forse inesauribili, ma la realtà ci sta dimostrando il contrario), pensando che ben si possa, e mi riferisco allo smodato consumo di carne di ogni tipo, sopperire alla spontanea produzione naturale, con allevamenti intensivi che costituiscono, oltre che un’aberrazione etica e morale, la maggior fonte di produzione di gas serra che esista al mondo, superiore addirittura all’inquinamento provocato dall’uso del tanto vituperato combustibile fossile. Lo sfruttamento spregiudicato degli altri Viventi ha provocato la situazione drammatica che stiamo vivendo. Per la continua ricerca della massimizzazione del profitto e per consentire a pochi ricchi di diventare ancora più ricchi, stiamo rischiando di perdere ogni nostro bene materiale a causa dei cambiamenti climatici.
Le recenti tragedie in Marmolada e nelle Marche, determinate dalla crisi climatica in atto e dal dissesto idrogeologico che da tempo affligge la nostra Nazione, esigono che il prossimo Governo consideri una priorità la tutela dell’Ambiente e la concretizzi con misure idonee. È per questo che le associazioni animaliste nazionali e internazionali Animal Equality Italia, Animalisti Italiani, Animal Law Italia, CiWF Italia, ENPA, Essere Animali, Humane Society International /Europe, LAC, LAV, LEIDAA, LNDC Animal Protection, OIPA e Save the Dogs and Other Animals chiedono ai partiti, ai candidati Premier, ai candidati al Parlamento l’impegno alla concreta attuazione del principio fondamentale costituzionale della tutela degli animali, della biodiversità, dell’ambiente e degli ecosistemi proponendo i seguenti punti programmatici:
Tutela legale e istituzionale degli animali attraverso:
l’introduzione di sanzioni più efficaci nel Codice penale per il contrasto ai maltrattamenti e agli altri reati a danno degli animali e aumento del personale dedicato e formato nelle Forze di Polizia;
la realizzazione e sostegno di strutture di accoglienza degli animali salvati, con un numero unico d’intervento; l’inserimento del riconoscimento degli animali nel Codice civile come esseri senzienti e non più come cose; l’istituzione di un Garante nazionale dei diritti degli animali e di un Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio che unifichi le competenze sugli animali ora divise tra i Ministeri della Salute, della Transizione Ecologica, delle Politiche Agricole, della Cultura;
il sostegno in sede europea della proposta di nomina di un Commissario europeo per il benessere animale; il ripristino della centralità delle politiche di tutela dell’ambiente e della biodiversità nelle azioni del Ministero della Transizione Ecologica.
Tutela degli animali d’affezione attraverso:
la piena applicazione e rafforzamento della normativa sulla prevenzione del randagismo e incentivazione della sterilizzazione di cani e gatti anche di proprietà, promuovendo il possesso responsabile degli animali attraverso campagne informative a livello nazionale; la revisione della normativa che regolamenta il commercio di animali d’affezione che preveda il divieto di commercializzazione e pubblicizzazione sulla rete e l’inibizione della vendita negli esercizi commerciali; la promozione di adozioni consapevoli; sostegno al volontariato sul territorio;
la riduzione dell’aliquota IVA su cibo per animali e prestazioni veterinarie, oggi soggetti a tassazione come “beni di lusso”, che aggrava le condizioni di difficoltà economica di chi ha accolto in casa degli animali come parte della famiglia; l’incremento delle attività di controllo sulle strutture pubbliche e private convenzionate con le pubbliche amministrazioni per la custodia degli animali randagi.
Tutela degli animali selvatici attraverso:
l’abolizione della caccia; l’incremento delle aree protette, ricomprendendo in tali zone i siti della Rete Natura 2000; il pieno esercizio da parte dello Stato dei poteri in materia di tutela della fauna selvatica protetta e particolarmente protetta; la creazione di una efficace rete per il recupero della fauna in difficoltà e il potenziamento e la diffusione di Centri recupero animali selvatici;
la prevenzione e repressione del bracconaggio, potenziando le sanzioni; la previsione di azioni esclusivamente non cruente per la gestione delle specie cosiddette “invasive”; l’attuazione dei divieti di importazione, detenzione e commercializzazione di animali esotici; l’introduzione di un divieto di importazione, esportazione e riesportazione di trofei di caccia ottenuti da animali appartenenti a specie protette a livello internazionale; il sostegno alle imprese dell’abbigliamento per la riconversione delle produzioni animali.
Superamento dell’uso degli animali nell’intrattenimento attraverso:
l’attuazione della Legge-delega approvata dal Parlamento nel luglio scorso per il superamento dell’uso degli animali in circhi e spettacoli viaggianti; l’estensione di tale legge anche ai delfinari; lo stop all’uso degli animali nelle feste locali, in zoo, acquari, palii, carrozzelle.
Tutela degli animali allevati a fini alimentari attraverso:
una moratoria sull’apertura di nuovi allevamenti intensivi e sull’ampliamento di quelli esistenti anche con finalità di contrasto ai cambiamenti climatici e alla diffusione di zoonosi; la realizzazione, come nei Paesi Bassi, di un programma di riduzione degli animali allevati; il sostegno in sede europea della proposta legislativa della Commissione UE per l’eliminazione progressiva delle gabbie negli allevamenti in risposta all’iniziativa dei cittadini europei ‘End the Cage Age’; l’adozione anche a livello nazionale di misure che incentivino una transizione anticipata a sistemi di allevamento senza gabbie che garantiscano un efficace miglioramento delle condizioni di vita degli animali; l’attuazione dello stop previsto dalla Legge di delegazione europea alla triturazione dei pulcini; la promozione delle scelte alimentari vegetali e della riconversione della produzione alimentare verso prodotti a base vegetale, anche attraverso incentivi diretti e strumenti fiscali a supporto delle aziende che intraprendono la riconversione delle coltivazioni destinate alla produzione di mangime in coltivazioni per alimentazione umana; il sostegno alle iniziative in sede europea dirette all’introduzione di disposizioni volte a disciplinare modalità di cattura, allevamento, trasporto, detenzione e abbattimento più rispettose del benessere delle specie che non godono già di specifica protezione normativa; la disincentivazione e una migliore disciplina dei trasporti di animali attraverso previsioni utili alla risoluzione delle criticità denunciate dalle associazioni; la maggiore tutela degli animali allevati completando l’avvio del Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale, attraverso l’approvazione di standard adeguati e coerenti con il benessere animale per le singole specie allevate con la scelta di un’etichettatura trasparente per il consumatore su più livelli progressivi ; l’introduzione dello stordimento preventivo obbligatorio in tutti i tipi di macellazioni come già deciso da altri Paesi europei.
Superamento della sperimentazione animale attraverso:
investimenti nella prevenzione delle malattie e nella ricerca scientifica “human based”, incruenta e precisa, con la destinazione del 50% dei fondi pubblici; il sostegno alla sperimentazione con metodi sostitutivi all’uso degli animali come primo passo verso una effettiva “libertà di ricerca”.
Il programma elettorale dell’Alleanza Verdi e Sinistra (Europa verde e Sinistra Italiana) ha accolto tutte le istanze sopracitate, sta ora agli elettori fornire supporto al cambiamento tanto auspicato!