L’Italia ha intrapreso la strada giusta per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni dei principali inquinanti atmosferici; questo è quanto emerge dall’analisi “The Italian National Air Pollution Control Programme: Air Quality, Health Impact and Cost Assessment”, condotto dall’Enea e pubblicato sulla rivista scientifica “Atmosphere”, che ha valutato l’efficacia misure introdotte per la qualità dell’aria dall’attuale Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico (PNCIA) del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE).
Lo studio
Lo studio, condotto con il sistema MINNI (Modello Integrato Nazionale a supporto della Negoziazione Internazionale sui temi dell’inquinamento atmosferico) attraverso una serie di strumenti sviluppata dall’ENEA con le società Arianet e IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis) per conto del MiTE, valuta sia gli effetti ambientali che gli impatti sulla salute pubblica ed i relativi costi prendendo in considerazione tre scenari:
- al 2010;
- al 2030 con politiche e misure già adottate prima del 2015 (scenario “With Measures”, WM);
- al 2030 con politiche e misure aggiuntive (scenario “With Additional Measures”, WAM) basate l’ultima Strategia Energetica Nazionale che consente il raggiungimento degli obiettivi nazionali in materia di efficienza energetica e fonti rinnovabili.
Alcune misure adottate nello scenario WAM sono:
- eliminazione graduale dell’energia elettrica a carbone entro il 2025;
- rinnovo di vecchi impianti di riscaldamento a biomassa con efficiente e tecnologie a basse emissioni;
- efficienza energetica negli edifici;
- promozione dei trasporti pubblici;
- aumentare la diffusione dei veicoli elettrici per la mobilità urbana privata;
- rinnovare la flotta per i veicoli merci;
- utilizzare fertilizzanti a base di urea;
- misure per ridurre la dispersione dei liquami.
Analisi dei dati
Analizzando i dati delle elaborazioni si nota che lo scenario WAM riuscirà a rispettare tutti i limiti imposti dalla direttiva nazionale mentre lo scenario WM non rispetterebbe la riduzione di PM2.5 (il 33% di riduzione contro il 40% di obiettivo) e di ammoniaca (11% rispetto al 16%); un dato particolare è dato dall’aumento di biossido di zolfo del 6% in entrambi gli scenari nel settore del trasporto OffRoad ed un aumento del 27% nell’uso dei fertilizzanti per lo scenario WM.
La media annuale del 2010 di biossido di azoto mostra una maggiore concentrazioni nelle grandi aree urbane quali Milano, Torino, Roma, Napoli e nelle medie città della Pianura Padana dovuta all’effetto combinato del traffico stradale, del riscaldamento domestico e della conformità del territorio; lo scenario WAM evidenzia una riduzione importante di concentrazione nell’area metropolitana di Milano ottenuta dall’aumento della quota di veicoli elettrici per la mobilità urbana privata.
Buoni i risultati dell’applicazione di entrambi gli scenari nell’ambito della salute pubblica dove la riduzione della mortalità annuale rispetto al 2010 appare evidente:
- per i PM2.5 il numero di decessi passa da una media di quasi 60000 a meno di 40000 (35000 per lo scenario WAM) con una riduzione del 40%;
- per il biossido di azoto il numero di decessi risulterebbe abbattuto di oltre il 90%, passando dai circa 12000 eventi nel 2010 agli 800 stimati nel 2030;
- con una percentuale di riduzione minore (36%) anche la mortalità media annua dovuta all’ozono.
In tutta Italia sono 29.691 milioni gli Euro risparmiati grazie alla riduzione degli inquinanti nello scenario WM 2030 (oltre 33.000 milioni per il WAM), confrontati all’anno base 2010, con differenze sostanziali tra le regioni e tra gli inquinanti analizzati; i benefici dovuti ai decessi evitati hanno un’incidenza sul PIL nazionale del 2,05%
Conclusioni
Lo strumento utilizzato è utile per valutare i potenziali effetti delle politiche e delle normative volte a ridurre l’inquinamento atmosferico, energetico e climatico ed il relativo impatto sulla salute e sull’ambiente ma non basta: è necessario monitorare continuamente per valutare gli impatti reali ed adottare correzioni ai provvedimenti adottati ricordando che l’analisi è stata effettuata utilizzando quanto previsto dal PNCIA. che deve però essere messo in pratica.