Più di due persone su 5 (43%) non hanno mai sentito parlare degli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’ONU; questo è il dato preoccupante che emerge dai risultati del sondaggio del progetto “SURF – Sostenibilità, Utilità sociale e Responsabilità della finanza”, realizzato da Adiconsum in collaborazione con UniCredit, nell’ambito di Noi&UniCredit, il programma di partnership fra la banca e 14 Associazioni Consumatori di rilevanza nazionale a cui Adiconsum partecipa attivamente dal 2005.
I risultati del sondaggio sono stati sintetizzati in un report denominato “Sull’onda del cambiamento” e servono a comprendere il rapporto con la sostenibilità (soprattutto finanziaria) da parte delle consumatrici e dei consumatori per poter individuare eventuali azioni per il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda ONU.
Conoscere la sostenibilità
Il 97% degli intervistati conosce il termine “sostenibilità” ed oltre l’80% ritiene che sia un concetto attuale e presente nella realtà in cui si vive; in merito alla definizione della parola le opzioni possibili erano tre, tutte possibilmente valide:
- tutelare e difendere l’aspetto ambientale del nostro Pianeta, essendo responsabili nell’utilizzo delle risorse;
- assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri;
- tutelare i diritti dei cittadini, pari dignità e garantire efficienza economica e reddito per le imprese.
Le risposte fornite evidenziano che le persone non ritengono la sostenibilità come garanzia di efficienza economica (solo il 7%) ma sono equamente convinte (50 contro il 43%) che essere sostenibili significhi tutelare il nostro Pianeta e le generazioni future.
La pratica
La raccolta differenziata e la riduzione degli sprechi sono i due comportamenti principali che gli intervistati dichiarano di mettere già in pratica (nell’indagine era possibile indicarne tre); al terzo posto, come comportamento più utilizzato, si trovano l’acquisto di alimenti sfusi e/o biologici e l’utilizzo di mezzi pubblici che sono distanziati di molto dai primi due ed evidenziano una enorme differenza territoriale (in Lombardia il 46% utilizza mezzi pubblici ed il 18% acquista alimenti sostenibili mentre nel Lazio il 35% acquista alimenti sfusi/biologici e solo il 20% i mezzi pubblici, forse a causa dell’inadeguatezza dei servizi).
Interessante quanto emerge dall’analisi delle risposte fornite riguardo la conoscenza degli effetti ambientali delle scelte dei consumatori e la possibilità di acquistare prodotti più durevoli in quanto si delinea l’importanza del prezzo: esiste la consapevolezza di quanto possano incidere determinati acquisti ma quasi il 50% delle persone sceglie comunque il prodotto meno costoso.
Sebbene una persona su dieci pensi che ci siano problematiche più urgenti, più di due su tre dichiarano che le scelte di sostenibilità potranno influire molto sul benessere individuale e collettivo e che le aziende che adottano politiche di sostenibilità sono ritenute meritevoli di fiducia; molta incertezza anche sulla possibilità di orientare le aziende attraverso le proprie scelte mentre la maggioranza delle consumatrici e dei consumatori ritiene che le banche possano avere un ruolo nella transizione ecologica attraverso l’offerta di prodotti di investimento/finanziamento appositi o con politiche di riduzione dell’impatto della propria attività.
Conclusioni
Alla luce delle analisi effettuate sono stati identificati i prossimi passi:
- chiarire il concetto di sostenibilità anche dal punto di vista economico e sociale;
- identificare il ruolo dei diversi attori (istituzioni, consumatori e imprese);
- portare a conoscenza i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Nonostante la cittadinanza sia consapevole che il tema della sostenibilità sarà centrale nel prossimo futuro è forte la preoccupazione dell’impatto economico, incrementata dalla situazione di instabilità politica internazionale attuale.