L’appello del Premio Nobel per la Fisica 2021, Giorgio Parisi, a votare alle prossime elezioni per i partiti con un piano per l’ambiente riguarda sicuramente progetti come il Piano mobilità. Da tempo Ecologica monitora l’eco-transizione nelle sue diverse modalità ed abbiamo recentemente festeggiato il raddoppio della bicicletta come mezzo preferito dagli italiani verso l’ufficio.
Il Piano Mobilità
Ebbene, il Piano mobilità è ben più che una semplice scelta personale. Infatti, secondo Alessandro Tursi, presidente della Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab): “Un’effettiva transizione ecologica non può prescindere da un cambio di visione proprio della mobilità”. Il passaggio alla bicicletta come mezzo di trasporto urbano avrebbe effetti benefici sotto più punti di vista: limiterebbe considerevolmente la dipendenza da idrocarburi con conseguenze positive sulla qualità dell’aria in città, riconsegnerebbe le strade dei centri abitati ai cittadini specie se affiancati da Zone a Traffico Limitato, ed inoltre sbloccherebbe spazi ove integrare il verde urbano (con effetti mitigatori delle temperature urbane estive e fornirebbe punti d’ombra ove ripararsi dal sole).
Intorno al concetto di libertà dalle strade, sono apprezzabili anche gli effetti sull’incidentalità sulle strade, come riportato da European Cyclist Federation (ECF) nel proprio principio “Sicurezza nei numeri”. Per gli spostamenti casa-scuola, Fiab ritiene importanti gli aspetti relativi all’intermodalità spinta per “avere la bici sempre al seguito su treni e altri mezzi di trasporto pubblico locale”. Ciò andrebbe infatti a rendere più ecologici gli spostamenti anche extra-urbani, in cui l’automobile potrebbe apparire più difficilmente sostituibile. Inoltre, continua Fiab, “[deve essere garantita] l’accessibilità presso tutti gli uffici pubblici, in cui devono essere previsti tra l’altro parcheggi bici attrezzati e in numero sufficiente”.
Le città
Tutti questi effetti troverebbero maggior risalto nei grandi centri abitati, come Milano, Torino e Bologna, dove nel centro città il traffico diventa ogni giorno sempre più difficoltoso e nemmeno così comodo per gli stessi automobilisti, costretti a file e mancanza di parcheggi a causa del poco spazio. Il potenziamento di mezzi pubblici e di altri progetti per la condivisione di biciclette all’interno del centro libererebbe assolutamente la cittadinanza dall’automobile, con la possibilità di creare polmoni verdi all’interno dei centri abitati sempre più grigi e privi di parchi pubblici.
Il Piano mobilità è solo uno dei tanti progetti necessari per l’eco-transizione e per il cambiamento delle abitudini ad inquinare. Ma tali campagne possono al momento trovarsi solo in gruppi politici vicini ai movimenti ambientalisti locali, visto che la politica a livello statale ne è al momento priva. Europa Verde sta tentando di cambiare tale noncuranza verso il pianeta e verso noi stessi, con progetti che vadano a limitare le emissioni ed aumentare la qualità di vita all’interno delle città.