e-commerce

Il commercio online in Europa, anche se il primato risiede nell’area asia-pacifico, è in piena espansione (in Italia oltre 48 miliardi di fatturato nel 2019); le nostre città sono invase da furgoni dedicati alle consegne e la crescita è stata più veloce a causa della pandemia Covid che ha reso l’acquisto online un metodo per limitare i contatti (a volte l’unico possibile).

Un recente studio sulla sostenibilità del commercio online realizzato da Seven Senders, la piattaforma di consegna leader in Europa che – in collaborazione con l’istituto di ricerche di mercato Appinio – ha intervistato 3.500 consumatori in Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Austria, Spagna e Svizzera in merito ai loro comportamenti d’acquisto e alle loro aspettative riguardo la sostenibilità nella vendita online ha fatto emergere un dilemma fra i consumatori: acquistare qualcosa di nuovo o tutelare l’ambiente?

I risultati dello studio

Secondo il sondaggio, la maggior parte dei consumatori pensa che il commercio online sia poco sostenibile e la crescente consapevolezza ambientale, soprattutto nei più giovani, sta modificando i comportamenti d’acquisto quali la scelta di consegne ad impatto zero (esempio: il servizio di consegna in bicicletta) od il packaging ecosostenibile.

Gli acquisti online hanno alcuni vantaggi che, nell’epoca in cui viviamo e dove le persone sono sempre di corsa, difficilmente permetteranno un ritorno ai metodi tradizionali da parte di chi sceglie di effettuarli: velocità, comodità, confronti e possibilità di rendere facilmente quanto comperato (nella maggior parte dei casi).

Una analisi delle tendenze di consumo europeo svolta nel 2021 da Packlink –  azienda di spedizioni – ha evidenziato che circa nove intervistati su dieci affermano di aver effettuato acquisti online nel mese precedente; il profilo del consumatore medio è rappresentato da una persona con meno di 40 anni che acquista prodotti tecnologici e abbigliamento più volte al mese.

Diversi rapporti (B2c Logistic Center nel 2020, Oliver Wyman nel 2019, Sustainability Report 2020 di Amazon) evidenziano che, in media, le emissioni di CO2 calcolate per ogni prodotto venduto online sono inferiori rispetto ai canali tradizionali con una riduzione di emissioni pari a circa il 40%; più cauto lo studio condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che identifica come conveniente l’acquisto online solo nel caso in cui, per recarsi al punto vendita, il consumatore debba percorrere una distanza stimata intorno ai 15 chilometri.

Best Practices

Per valutare l’impatto ambientale dell’e-commerce ci sono alcuni punti che complicano l’analisi:

  • instant delivery: recapitare l’acquisto al cliente il giorno dopo l’ordine ed in orari garantiti significa far viaggiare più furgoni semivuoti nella stessa direzione e, in casi limite, un viaggio in aereo anziché in nave, annullando la convenienza e l’efficienza ambientale del sistema logistico;
  • trasporto locale: in Italia viaggiano su gomma 20.000 furgoni ogni giorno per portare più di 300 milioni di pacchi l’anno;
  • packaging: l’invio degli acquisti necessita dell’utilizzo di imballaggi adeguati (secondo il consorzio Corepla, nel 2016 l’e-commerce rappresentava il 15% del totale della plastica immessa al consumo in Italia) il cui smaltimento può arrivare a causare un’emissione di CO2 quasi 20 volte superiore rispetto alla stessa operazione fatta per la borsa del negozio;
  • resi: quando un prodotto è restituito l’impatto ambientale raddoppia (nello stabilimento logistico italiano di Zalando, colosso tedesco dell’abbigliamento online, transita una media di 20.000 pezzi di resi al giorno).

Come continuare a fare acquisti online in modo sostenibile? I dati dello studio realizzato da Seven Sanders evidenziano che le opzioni di spedizione sostenibili sono scelte maggiormente (fino a 4 volte più spesso) se si utilizza una buona guida informativa sull’impatto ambientale.

Una best practice è quella di responsabilizzare gli utenti suggerendo una “collaborazione green” invitando l’acquirente a:

  • ridurre il tasso di resi evitabili
  • accettare una consegna presso i punti di ritiro (una ricerca di Seven Sanders ha verificato che, per ogni pacco, la consegna a domicilio produce 300 grammi di CO2 in più).

Sven Hagemann, fondatore e co-CEO di Seven Senders, afferma che: “Quasi nessun altro settore si sta sviluppando in modo così dinamico come la vendita al dettaglio online. Rispondere tempestivamente ai desideri dei consumatori e attuarli in modo rapido ed efficiente è uno dei suoi punti di forza. L’intenso dibattito sulla tutela dell’ambiente e del clima, nonché su una maggiore sostenibilità dei consumi, può essere sfruttato ancora una volta dagli e-tailer per crescere e acquisire forza”.

Conclusioni

Ci sono ancora tantissime migliorie da apportare al commercio online che, inevitabilmente, crescerà ulteriormente nei prossimi anni; attraverso politiche e regolamenti adeguati sugli imballaggi e sui trasporti è possibile ridurre notevolmente l’impatto ambientale fino ad arrivare ad emissioni zero e rendere l’e-commerce una pratica di acquisto sostenibile.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui