La Commissione Europea ha adottato due provvedimenti per il ripristino degli ecosistemi danneggiati e la riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi chimici entro il 2030. Entrambe le proposte di legge, definite dagli stessi Commissari “pioneristiche”, passeranno ora al vaglio del Parlamento Europeo e Consiglio.
L’obiettivo ambizioso è riparare l’80% degli ecosistemi terrestri e marini
Non basta più “conservare” la natura in aree protette, diventa necessario ripristinarla per evitare il collasso degli ecosistemi e prevenire i peggiori effetti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. La Commissione Europea ha deciso di fare sul serio, riscuotendo un ampio consenso fra le più importanti associazioni ambientaliste. L’obiettivo di Bruxelles è di riparare l’80 % degli habitat europei che versano in cattive condizioni, assegnando per la prima volta a tutti gli Stati membri obiettivi vincolanti per il ripristino della natura nei vari ecosistemi terrestri e marini, senza più limitarsi alle sole zone protette.
Questo ripristino non sarà in contrasto con le attività economiche, ma sarà necessario d’ora in poi vivere e produrre con la natura e stimolare un processo inclusivo che coinvolga chi fa dipendere dalla natura il proprio sostentamento, come gli agricoltori, i silvicoltori e i pescatori. Secondo Bruxelles, ogni euro investito per il ripristino della natura ha un valore economico compreso fra otto e trentotto euro, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi, l’attenuazione dei cambiamenti climatici e la salute umana. Le nuove disposizioni potranno contare su un budget di cento miliardi di euro e avranno fra gli obiettivi principali: fermare il declino delle popolazioni di impollinatori; azzerare la perdita di verde urbano entro il 2030 con un suo aumento del 5% entro il 2050 e una copertura arborea minima del 10% in ogni città; aumentare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e forestali; ripristinare gli habitat marini quali le colture marine, i fondali di sedimenti e gli habitat di specie marine come delfini, squali e uccelli; eliminare le barriere fluviali in modo che almeno 25.000 km di fiumi siano trasformati in fiumi a flusso libero entro il 2030.
Gli Stati membri dovranno gradualmente implementare misure per raggiungere gli obiettivi della legge attraverso la realizzazione di piani nazionali di ripristino, in stretta collaborazione con ricercatori, portatori di interessi e cittadini.
Dimezzare l’uso dei pesticidi supportando gli agricoltori nella transizione
L’altro tema caldo è l’uso dei pesticidi. La Commissione Europea ammette che le norme vigenti si sono rivelate troppo deboli e sono state applicate in modo disomogeneo. La nuova proposta di legge punta a imporre obiettivi giuridicamente vincolanti a livello dell’UE e nazionale per ridurre del 50% l’uso dei pesticidi chimici più pericolosi entro il 2030. Gli Stati membri fisseranno i propri obiettivi nazionali di riduzione entro parametri stabiliti per garantire il conseguimento degli obiettivi a livello dell’UE. L’uso di tutti i pesticidi sarà vietato in luoghi come le aree verdi urbane, compresi i parchi o giardini pubblici, le scuole, i campi ricreativi o sportivi, i sentieri pubblici e qualsiasi area ecologicamente sensibile da preservare per gli impollinatori in pericolo. La proposta trasformerà la direttiva vigente in un regolamento che sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Gli agricoltori saranno accompagnati in questa transizione con delle compensazioni per tutti i costi collegati alle nuove regole per un periodo di cinque anni e attraverso il potenziamento di piani d’azione per la produzione biologica.
Soddisfatti i Verdi, ora si dovrà attendere gli esisti del lungo iter legislativo
Le proposte della Commissione Europea sono state accolte con favore dai Verdi europei. In una nota congiunta, Bas Eickhout, Vice Presidente della Commissione Ambiente, e l’eurodeputata Jutta Paulus, hanno accolto con favore le decisioni della Commissione sottolineando l’importanza di ripristinare le zone umide e gli habitat naturali per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, mentre sul taglio dell’uso dei pesticidi sarà fondamentale sostenere gli agricoltori già in crisi. È il momento, prosegue la nota, di promuovere e sostenere il passaggio a pratiche commerciali sostenibili e di rendere l’agricoltura biologica più attraente sul mercato. Ora resta da affrontare l’articolato percorso legislativo e resistere al probabile assalto contrario di molte lobby.