Un progetto in una regione altamente vulnerabile ai cambiamenti climatici
L’Africa’s Great Green Wall Initiative è un progetto guidato dalla Commissione dell’Unione Africana e rappresenta una visione coraggiosa finalizzata a ripristinare 100 milioni di ettari di terreno degradato in tutto il continente africano entro il 2030. In una regione altamente vulnerabile ai cambiamenti climatici, alle prese con siccità, scarsità di risorse, conflitti e migrazioni, il ripristino del paesaggio su scala ridotta è urgente per contrastare la desertificazione e garantire i mezzi di sussistenza a una popolazione che dipende in larga misura dall’agricoltura.
Negli ultimi 20 anni l’Africa occidentale ha perso la maggior parte della sua copertura arborea, a partire dagli alberi di legni pregiati, poi gli alberi con legno per fare carbone, e oggi anche gli alberi utili vengono tagliati. Di conseguenza, gran parte della fauna è scomparsa e le piogge sono molto più brevi di prima. Le riserve di biodiversità rimaste si trovano in alcune foreste sacre tradizionali.
Tanti alberi per riforestare
La popolazione è consapevole di questa situazione drammatica (alcuni agricoltori non possono più raccogliere a causa della mancanza d’acqua) ed è disposta a reagire.
Su UpLink, la piattaforma di innovazione aperta del World Economic Forum, la 2022 Trillion Trees: the Sahel and the Great Green Wall Challenge vede, tra i vari progetti proposti, quello di arboRise, un’associazione no-profit che combatte il riscaldamento globale attraverso la riforestazione per favorire la biodiversità e incoraggiare le popolazioni locali ad appropriarsi del proprio patrimonio forestale e a valorizzarlo.
La missione di arboRise è combattere il cambiamento climatico in modo efficace, etico, umano e naturale. In che modo? Piantando alberi in grado di assorbire CO2 e ridurre così il riscaldamento globale, ma anche favorendo un’azione partecipativa, attraverso donazioni che consentano di acquistare semi di molte specie arboree da parte di famiglie di agricoltori africani, in particolare dell’Alta Guinea.
Per assorbire 917.500 tonnellate di CO2
L’obiettivo della soluzione proposta è di riforestare 5.000 ettari nella regione del Sahel con più di 12 milioni di semi di 40 specie forestali locali, con la partecipazione di 1600 famiglie di agricoltori di 80 villaggi.
Gli impatti del progetto si possono così sintetizzare:
- 2,4 milioni di alberi in 12 anni assorbiranno 917.500 tonnellate di CO2;
- misurazione annuale della densità degli alberi con droni e immagini satellitari;
- aumento della biodiversità forestale e promozione di specie minacciate come la milicia excelsea;
- valorizzazione di terreni inutilizzati e rivitalizzazione di terreni improduttivi (colline spoglie, aree degradate) a beneficio dei proprietari locali;
- misurazione del modo in cui gli abitanti del luogo iniziano a utilizzare i prodotti della nuova agroforesta (foraggio, miele, caccia, usi medicinali, ecc.);
- formazione e supporto alla popolazione per la manutenzione del patrimonio agroforestale;
- monitoraggio della riduzione dell’attività agricola e del taglio del legno con indagini e osservazioni;
- servizi eco-sistemici forniti dalla copertura forestale (arricchimento del suolo, riduzione dell’erosione, aumento delle precipitazioni, alimentazione del bestiame, ecc.);
- monitoraggio circa il miglioramento dei raccolti attraverso sondaggi;
- misurazione del livello medio dell’acqua nelle fosse del villaggio e nel fiume Dion.
La soluzione proposta da arboRise richiede un sostegno finanziario solo nei primi 3 anni di piantagione, nel corso dei quali verranno rimboscati 1500 ettari con 7,5 milioni di semi.
Serviranno circa 300.000 dollari per il raggiungimento di questo obiettivo.