bambini

Il 24 Maggio è stata presentata dall’UNICEF la Report Card 17, pubblicata dal centro di ricerca UNICEF Innocenti dal titolo: “Luoghi e Spazi. Ambiente e benessere dei bambini: a che punto siamo”.

Il rapporto mette a confronto i risultati ottenuti da 39 Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e dell’Unione Europea, in relazione alla qualità dell’ambiente e degli spazi messi a disposizione dei bambini.

In generale la situazione non è rosea, ma questo non sorprende, visti i ritardi di molti Paesi ad applicare azioni efficaci per mitigare i cambiamenti climatici e favorire la transizione ecologica.

I Paesi più industrializzati e ricchi del mondo stanno provocando la distruzione dell’ambiente dei bambini, questo è il dato più drammatico che emerge dal rapporto, anche qui, però, nulla di sorprendente, infatti, Gunilla Olsson, Direttore del Centro di Ricerca Unicef Innocenti, dichiara: “La maggior parte dei Paesi ricchi, non solo non riesce a fornire ambienti sani ai bambini all’interno dei propri confini, ma contribuisce anche alla distruzione degli ambienti in cui vivono i bambini in altre parti del mondo”.

I criteri

La ricerca è stata svolta su tre macro aree:

  • Il mondo del bambino: effetti diretti e tangibili dell’interazione dei minori con i diversi ambienti (caldo/freddo – sostanze tossiche – qualità dell’acqua – pesticidi – inquinamento dell’acqua – inquinamento luminoso/acustico)
  • Il mondo intorno al bambino: ambienti naturali e artificiali con cui i minori interagiscono direttamente (parco giochi scolastico – spazi verdi – aree gioco – qualità degli alloggi – spazi domestici – trasporto pubblico – pedonabilità – traffico)
  • Il mondo in generale: aspetti più ampi dell’ambiente fisico e politico che circondano i micro sistemi dei bambini a livello regionale, nazionale e globale (emissioni – rifiuti/riciclaggio – politica degli alloggi e dei trasporti – gestione dell’ambiente naturale – cambiamenti climatici e disastri naturali – energie rinnovabili – politica alimentare)

Il ranking globale

Al di là del dato meramente statistico che colloca i Paesi più o meno in alto nella classifica generale, quindi risultano più o meno attenti al benessere del bambino, sono i dati delle singole aree macro che evidenziano quanto i paesi più ricchi, soprattutto, prestino attenzione alla situazione locale ma dimentichino il livello globale. Così nazioni come la Finlandia, ottima dentro i propri confini è tra le peggiori nel “mondo in generale” e così anche la Norvegia, l’Islanda, i Paesi Bassi, la Germania. Per non parlare poi di nazioni che stazionano nelle parti basse del ranking perché pessime in due o addirittura tutte e tre le macro aree oggetto dell’indagine, tra queste, Polonia, Canada, Australia, Stati Uniti, Belgio, Israele e Corea del Sud.

La scarsa attenzione agli spazi e ai luoghi dei bambini e al loro benessere, ha conseguenze a dir poco preoccupanti: oltre 20 milioni di bambini hanno livelli elevati di piombo nel sangue; sono esposti ad alti tassi di emissioni, a muffa o umidità nelle proprie case; esposti ad alti livelli di inquinamento da pesticidi, che è stato collegato al cancro, alla leucemia infantile, può danneggiare i sistemi nervoso, cardiovascolare, digestivo, riproduttivo, sanguigno, immunitario.

La posizione dell’Italia

L’Italia, si colloca in un onorevole sesto posto, ma di certo non può sorridere del tutto, come del resto ci dicono i dati di tutti i Paesi coinvolti nella ricerca. Infatti se si vanno a vedere nel particolare alcune voci analizzate si evince che il nostro Paese è:

  • 14° su 43 per l’inquinamento dell’aria
  • 19° su 43 per l’inquinamento dell’acqua
  • 28° su 43 per esposizione della popolazione alle polveri sottili (PM 2,5)
  • 26° su 31 per difficoltà a riscaldare la propria casa
  • 34° su 43 per rischio di inquinamento da pesticidi
  • 31° su 38 per abitazioni sovraffollate
  • 21° su 31 per disagio abitativo grave per bambini dai 0 ai 6 anni
  • 19° su 28 per la soddisfazione per la vita dei quindicenni
  • 17° su 43 per totale di emissioni di CO2
  • 32° su 44 per livelli di stress idrico (prelievo di acqua dolce in proporzione alle risorse di acqua dolce disponibili)
  • 15° su 36 per la percentuale (18,2%) di energia proveniente da fonti rinnovabili

Le proposte dell’Unicef

L’Unicef fa quindi delle richieste precise per migliorare e salvaguardare il benessere dei bambini:

  • Ridurre i rifiuti, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua
  • Migliorare le condizioni ambientali dei bambini più vulnerabili
  • Garantire che le politiche ambientali siano a misura di bambino
  • Coinvolgere i bambini, i principali soggetti interessati al futuro
  • Intraprendere subito azioni efficaci per onorare gli impegni presi per ridurre le emissioni di gas serra entro il 2050

Ci sarebbero anche altri dati da analizzare per prendere spunto e migliorare, invece di accontentarsi magari di situazioni che solo all’apparenza sembrano accettabili e seguire i consigli del direttore Olsson: “Dobbiamo a noi stessi e alle generazioni future la creazione di luoghi e spazi migliori per la crescita dei bambini. L’accumulo di rifiuti, le sostanze inquinanti nocive e l’esaurimento delle risorse naturali stanno compromettendo la salute fisica e mentale dei nostri bambini e minacciano la sostenibilità del nostro pianeta. Dobbiamo perseguire politiche e pratiche che salvaguardino l’ambiente naturale da cui i bambini e i giovani dipendono maggiormente”.

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