acqua

Nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana, si tratta del 36,2% dell’acqua immessa in rete.

Lo certifica un rapporto dell’Istat che espone le statistiche sull’acqua negli anni 2019-2021. Una statistica che segnala ben 236 di litri per abitante erogati ogni giorno nelle reti di distribuzione dei capoluoghi di provincia/città metropolitana. Di questi, in 11 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Mezzogiorno, sono state adottate misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua. Nel 2021 l’86,0% delle famiglie si dichiara soddisfatto del servizio idrico mentre il 65,9% delle persone di 14 anni e più è attento a non sprecare acqua.

La denuncia

Questo Report dell’ISTAT sulla risorsa acqua, di cui oggi si celebra la giornata internazionale, registra quindi ancora in larga parte del Paese, alte percentuali di dispersione dell’acqua nelle reti di distribuzione colabrodo, per lo più gestite da multiutility e spa che non hanno quasi mai investito nelle opere di ammodernamento delle reti, pur continuando a incassare tariffe sempre più alte da parte dei cittadini. Questo disattende, di fatto, la garanzia di un accesso inclusivo all’acqua: siamo ancora in attesa delle norme che diano finalmente seguito ai referendum del 2011 contro la sua privatizzazione.

La denuncia dei parlamentari di Europa Verde – Verdi Europei è che l’arrivo del ddl Concorrenza del Governo, attualmente in discussione al Senato, con l’articolo 6 decreterà la definitiva cancellazione del volere popolare del referendum 2011, nel quale 28 milioni di Italiani si espressero per mantenere la gestione dei servizi idrici nelle mani pubbliche.

L’appello

Del resto proprio in questa giornata mondiale dell’acqua un appello al governo italiano e alle governance planetarie per risolvere i problemi legati all’acqua, che miete più vittime delle guerre, è partito dal secondo webinar dei Sapiens Tecnologici , che si è tenuto oggi al Dipartimento nazionale della Protezione Civile.

“Nel tempo dei cambiamenti climatici, nonostante il 71% del pianeta sia azzurro per l’acqua, nonostante l’acqua sia il primo indicatore di sconvolgenti mutamenti climatici, i “potenti” della Terra non le dedicano un G20 o un G7 e nemmeno uno speech nelle assise mondiali né un capitolo negli Accordi sul Clima (come quello siglato a Parigi del 2015 e nelle successive Conference of the Parties della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici)”, ha spiegato Erasmo D’Angelis, Segretario Generale dell’Autorità di bacino dell’Italia Centrale.

Secondo l’ultimo rapporto Unicef-Oms, i cui dati sono stati elaborati dalla Fondazione Earth Water Agenda e presentati questa mattina durante il webinar, la probabilità di morire a causa della scarsità o mancanza di acqua è 20 volte maggiore rispetto ai proiettili e alle bombe delle guerre o agli incidenti stradali. Anche la lotta al Covid è quasi impossibile senza accesso all’acqua. Assente o inquinata (colera, epatite A, tifo, poliomielite, diarrea acuta) uccide un bambino sotto i 5 anni ogni 18 secondi. Non solo, generano migrazioni bibliche: uno studio della Banca Mondiale, rilevato dalla Fondazione EWA Earth Water Agenda avverte che si metteranno in moto entro il 2050 almeno 143 milioni di migranti climatici.

La situazione in Italia

In Italia la situazione non è più rosea, infatti secondo il World Resource Institute, entro il 2040, nel nostro paese ci sarà una situazione di stress idrico elevato, un fenomeno già evidenziato dalla desertificazione che sta coinvolgendo, in particolare, le regioni del Sud Italia, Sicilia in primis. È una buona ragione per agire immediatamente, dopo l’inazione di ben cinque Governi che si sono succeduti dal 2011 a oggi. È il momento di investire sulla manutenzione delle reti idriche che attualmente perdono 100.000 litri di acqua al secondo, una quantità che potrebbe dare da bere a una popolazione di 40 milioni di persone.

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