plastica amazon

Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti su Amazon che usciranno due volte la settimana. Qui il primo

La plastica è uno dei materiali più utilizzati nell’attività di Amazon: non solo è utilizzata in una buona parte dei prodotti da essa commercializzati, ma anche per lo stoccaggio e la consegna dei prodotti stessi. Lo stoccaggio comprende l’uso di plastiche nell’imballaggio dei prodotti destinati ai centri di smistamento. I pallet sono normalmente avvolti da un involucro di plastica, in modo simile alle tecniche utilizzate in aeroporto con i bagagli di alcuni passeggeri. Inoltre, la plastica viene utilizzata all’interno dei pacchi consegnati sotto forma di sacche piene d’aria che fungono da antiurto per evitare il danneggiamento della merce. Infine, fino a qualche tempo fa, la plastica era utilizzata sotto forma di chips di polistirolo, sempre come antiurto, o per la consegna dei prodotti in buste di plastica rivestiti internamente da fogli a bolle d’aria.

L’impatto

L’utilizzo di questi materiali è considerevole per attività commerciali di mole significativa come Amazon. Per avere un’idea della quantità occorre leggere il più recente studio di Oceana, che stima l’utilizzo di 600 milioni di libbre di rifiuti plastici, equivalenti a circa 270 mila tonnellate. Tale stima riguarda inoltre solamente l’anno 2020, anno in cui grazie anche alla pandemia si è registrato un aumento dell’uso di plastica del 29% rispetto alle stime per il 2019. Per di più, è stimato che quasi dieci mila tonnellate di queste finiscono in mare, inquinando così la superficie delle acque, dei fondali e delle spiagge, nonché finendo nello stomaco di pesci ed altri esseri viventi marini. Ancora peggiore, però, è il pericolo costituito dalle microplastiche: disintegrandosi in minuscoli pezzi, la plastica finisce infatti nel corpo di piccoli animali marini che filtrano l’acqua, piano piano risalendo la catena alimentare per arrivare nella carne dei pesci da noi pescati e consumati dalla popolazione mondiale.

Il Greenwashing

Gli effetti sopra esposti sono sicuramente allarmanti e sembra solamente appropriato la limitazione dell’uso di tali materiali. All’interno dei propri siti dedicati alla comunicazione delle proprie politiche, Amazon riporta che “dal 2015 hanno eliminato più di un milione di tonnellate di plastica, l’equivalente di due miliardi di scatole”. Purtroppo, tale dato pare abbastanza inutile senza averne altri a cui compararli. Certo è che prendendo in considerazione la quantità di plastica prodotta nel 2019, ossia all’incirca 200 milioni di tonnellate, se il dato fosse vero significherebbe che Amazon avrebbe dovuto aver eliminato la quasi totalità della plastica da essa utilizzata.

Infine, studi scientifici attestano la percentuale di riciclo della plastica ad un misero 9%, motivo per cui pare assolutamente necessario evitare il più possibile l’uso singolo di questo materiale. In particolar modo, ogni Stato deve prendersi la responsabilità di rendere tale divieto in legge, visto che secondo Rachel Johnson Greer, che ha lavorato in qualità di manager in Amazon per otto anni, la compagnia agirebbe sulla plastica solo se i governi o la maggioranza dei clienti lo richiedano. In tema di riciclo dei materiali, Amazon ha promesso di recuperare la plastica utilizzata internamente dalla compagnia, ma nulla ha fatto sapere circa quella contenuta nei suoi pacchetti e lasciata ai consumatori, che intasa sempre più i sistemi nazionali di raccolta dell’immondizia.

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