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Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti su Amazon che usciranno due volte la settimana.

Il commercio di prodotti contribuisce sostanzialmente all’inquinamento del nostro pianeta. In parallelo alla produzione di cibo, alla produzione dei materiali ed alla loro trasformazione in oggetti di consumo, anche la commercializzazione degli stessi influisce significativamente sulla quantità di emissioni, produzione di spazzatura e sullo sfruttamento delle risorse di questo pianeta.

La storia di Amazon

Originariamente dedicata al commercio di libri, Amazon si è trasformata in un centro di smistamento di oggetti di consumo di tutti i tipi. Il suo punto forte, e sicuramente ciò che ha contribuito a renderla un’azienda di punta, è la gestione degli ordini, la celerità della consegna e la enorme varietà di prodotti offerti sul loro portale in rete. Per questi ed altri motivi, oggi Amazon possiede il 50% del mercato in rete Statunitense e sta via via guadagnandosi una posizione dominante anche in Italia.

Gli effetti del commercio online

Normalmente, il commercio di prodotti richiede diversi passaggi tra la produzione e la vendita, tra cui il trasporto della merce al grossista, la gestione dell’ordine e del trasporto della merce al venditore al dettaglio, ed infine la vendita diretta o per consegna al consumatore. Tutti questi passaggi generano immondizia ed inquinamento, sotto forma di materiali di imballaggio, emissioni di CO2 per il trasporto della merce, ulteriori emissioni per la generazione di energia utilizzata nei centri di smistamento, negozi, etc…

In teoria, Amazon riduce la ripetizione di tali processi inquinanti ad un solo passaggio, quello della consegna del prodotto al cliente. La pratica è un po’ diversa e sicuramente più complessa, ma semplificabile distinguendo i diversi tipi di rifiuti prodotti: plastica, carta, trasporto, energia ed infine prodotti invenduti destinati in discarica. Per ognuno di questi elementi, dedichiamo un articolo di analisi per valutare la quantità consumata, il riciclo effettivo, gli effetti sul pianeta, gli obiettivi di Amazon a riguardo ed infine eventuali alternative alle pratiche utilizzate.

La nostra analisi

La finalità dell’analisi non è quindi di etichettare Amazon come verde o meno, ma lasciare il lettore decidere per sé l’eventuale sostenibilità dell’azienda o la necessità da parte dello Stato o dell’Unione Europea di regolarne l’attività. È quindi importante precisare che non si vuole con ciò rimproverare né Amazon né altre simili imprese, ma informare sull’inutile spreco di risorse non rinnovabili di questo pianeta. L’uso di quest’ultime deve essere conscio dei limiti di sostenibilità, e diventare strumento dei cittadini per richiedere alla politica ed alle industrie riforme volte a rendere, perlomeno, il più efficiente possibile queste pratiche commerciali. Infine, verranno prese in considerazione solamente dati corroborati da studi terzi e non verranno analizzate altre discussioni correnti in tema di condizioni di lavoro, di controversie in materia di antitrust, monopolizzazione del mercato e simili.

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