UE: più rinnovabili e meno fossili

Basta fossili, il futuro è nelle rinnovabili

“Deve essere chiaro che il nostro futuro sono le energie rinnovabili, non il gas” ha spiegato la presidente della commissione Ue Ursula Von Der Leyen dopo il vertice Ue-Balcani soffermandosi sulla crisi dei prezzi dell’energia.

Successivamente Von der Leyen è intervenuta decisamente sulla questione energia, soffermandosi sulla crisi del suo prezzo.

La Commissione europea è impegnata a passare ai raggi x il modo in cui si formano i prezzi dell’energia, fornirà delle indicazioni di massima sulle opzioni possibili per dotare la Ue di strumenti per fronteggiare la volatilità, anche attraverso l’acquisto di riserve comuni di gas per conto degli Stati membri e definirà il quadro di riferimento per le azioni degli Stati membri per fronteggiare nel breve termine l’impennata dei prezzi del gas. Con le comunicazioni di mercoledì 13 ottobre della commissione ci sarà “un punto di partenza” ma è chiaro che “per l’Europa c’è un problema di stoccaggio” da affrontare, visto che lo stoccaggio Ue “è limitato”, ha spiegato la presidente.

“Nel medio e lungo termine dobbiamo investire nel green deal europeo, nelle rinnovabili, è la nostra produzione, sono indipendenti, stabili nel prezzo e buone per il futuro. Abbiamo prezzi dell’energia alti perché il prezzo del gas sta crescendo, il prezzo delle rinnovabili è stabile. Queste sono generate in casa, e siamo indipendenti, il 90% del gas invece è importato” ha aggiunto Ursula Von Der Leyen

La questione del nucleare

Ma domani si affronterà anche la querelle “nucleare”: nel pacchetto che il vicepresidente per il Green Deal Frans Timmermans e la commissaria all`Energia Kadri Simson presenteranno domani dovrebbe contenere anche indicazioni più stringenti sulle tecnologie per la transizione ecologica; è proprio su questo punto che la Francia è al lavoro, spalleggiata da Finlandia e Repubblica Ceca, perché vorrebbe fare inserire un chiaro riferimento al nucleare. Una menzione di questo tipo, potrebbe essere un pericoloso preludio per un pieno riconoscimento dell`atomo come energia di transizione nel quadro delle politiche green (la cosiddetta tassonomia): un ruolo, cioè, di fonte-ponte tra l`accelerazione sulla strada della de-carbonizzazione e delle emissioni zero e un massiccio avvento delle rinnovabili molto dipendenti dai fornitori. Ma su tutto questo bisognerà fare i conti con gli European Greens, che sicuramente si metteranno di traverso rispetto a questa posizione.

Ma è chiaro che la strada per la de-carbonizzazione non può passare dall’opzione nucleare.

Il motivo lo spiega bene Yannick Jadot, deputato europeo e candidato alla presidenza della Repubblica in Francia: “Non costruiremo o metteremo soldi, oggi, in piccoli reattori che saranno disponibili solo tra almeno venti anni, quando avremo vinto o perso la battaglia del clima” e aggiunge “Sono anti-nucleare perché un reattore può esploderci in faccia, ricordiamoci di Fukushima”.

 

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