La crisi climatica impatta sul benessere

Impatto negativo sulla salute mentale e sulle casse dello Stato

La Crisi Climatica mina la salute mentale di centinaia di milioni di persone e inficia enormemente sui bilanci dei Governi: questo è ciò che emerge da un recente report diffuso da Damian Carrington sul quotidiano britannico The Guardian

Cresce il numero di suicidi a causa delle forti ondate di calore mentre i danni alle abitazioni causati da alluvioni e incendi scatenano sulle vittime forti stati di stress e depressione. Anche l’ansia sulla realizzazione del proprio futuro sta danneggiando la salute mentale delle persone, in particolar modo dei giovani, spiegano gli scienziati attraverso loro report.

Oltre ad impattare le condizioni di salute mentale di centinaia di milioni di persone, la Crisi Climatica genera sproporzionati costi nascosti di trilioni di dollari l’anno. Per esempio in Australia dopo il recente incendio il Governo ha speso 76 mln di dollari australiani (49 mln di euro) per provvedere alle spese di supporto alla salute mentale dei propri cittadini”.

I ricercatori hanno descritto questo fenomeno attraverso un circolo vizioso all’interno del quale la Crisi Climatica impatta costantemente sulla salute mentale delle persone indebolendola e lasciando chi ne è colpito ancora più vulnerabile e isolato all’interno della propria società. In sintesi più sono precarie le mie condizioni all’interno della società, minori saranno le mie possibilità di reagire a seguito di fenomeno climatico avverso dal punto di vista mentale ed economico.

Ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico tra le problematiche più diffuse

Ma come è possibile convertire questo processo in un circolo virtuoso? I ricercatori sostengono che solo attraverso azioni concrete da parte degli individui, delle comunità e dei governi si possono tagliare gli impatti del riscaldamento globale e aumentare il benessere mentale delle persone dando loro vite più salutari ed un senso di speranza verso il futuro.

Emma Lawrance dell’Imperial College di Londra, che ha condotto il report afferma: “la salute mentale in relazione al cambiamento climatico al momento è un elemento che non è preso in considerazione, ma è un grande problema che affliggerà sempre più persone nel prossimo futuro. Questo fenomeno aggraverà la disuguaglianza sociale ed è molto probabile che genererà importanti costi oggi non considerati”.

Se hai perso la tua casa, se sei a rischio di ripetute alluvioni, se stai soffrendo perché hai perso un membro della tua famiglia a causa di un incendio o il tuo sostentamento quotidiano a causa della siccità, ogni tipo di shock e trauma subito si traduce in una prolungata sofferenza e la diagnosi emessa sui pazienti è quella di disturbo post traumatico da stress, ansia o depressione che provoca un aumento di rischio di suicidio”.

Il benessere mentale è a rischio anche per coloro che non sono ancora stati colpiti direttamente da questi eventi climatici. L’ansia per il proprio futuro a causa del clima ha infatti un forte impatto” dice Lawrance”. “Ci sono tassi crescenti di sofferenza: questo fenomeno coinvolgerà un numero enorme di persone. Il dolore e la paura che ne saranno prodotti, specialmente nei confronti dei più giovani che non vedono alcun cambiamento sulla gestione della Crisi Climatica, possono davvero aggravare la loro sofferenza”.

Nel mezzo della pandemia del 2020, i giovani che vivono negli UK hanno riportato più stress riguardo al cambiamento climatico che per il Covid-19. Lawrance aggiunge: “agire sul clima sembra essere molto positivo per la salute mentale, sia su una scala individuale sia di comunità che come società”. La scienziata è convinta e sostiene che gli investimenti a favore del benessere mentale devono diventare parte del programma di lavoro che riguarda i Governi nell’affrontare la Crisi Climatica.

I dati alla mano

Ecco alcuni dati messi in evidenza dal report: “La crisi climatica colpisce l’equilibrio mentale di centinaia di milioni di persone nel mondo. Questi impatti sono momentaneamente “costi nascosti” non presi in considerazione nelle politiche e nella pianificazione degli impegni di governo”.

Meno dell’1% di 54mila documenti di ricerca medica con oggetto il cambiamento climatico (2010 – 2020) ha menzionato la salute mentale”.

Mentre è già noto che il tasso di suicidi aumenta proporzionalmente all’aumento delle temperature: la percentuale di suicidi cresce dell’1% per l’aumento di un 1’ centigrado di calore sopra un determinato livello”.

È anche provato che l’inquinamento dell’aria genera fenomeni di clima estremo come incendi e uragani e che tali fenomeni possono contribuire a tassi più alti di suicidio”.

Gli impatti climatici possono anche danneggiare in modo indiretto la salute mentale colpendo gli affetti, causando la perdita di case o lavoro, riducendo l’accesso all’acqua, al cibo, alle cure mediche o dislocando le persone dalle loro comunità”.

Come invertire il trend?

Il quadro generale è desolante, tuttavia questi dati allarmanti non devono distrarci dall’autentico scopo del report: dimostrare che è ancora possibile invertire il trend e produrre un circolo virtuoso in grado di garantire il benessere mentale e fisico degli abitanti della Terra attuando una politica economica sostenibile e funzionale.

Azioni concrete che interrompono il riscaldamento globale possono dare benefici alla salute mentale: per esempio rendere le strade cittadine più sicure da percorre a piedi o in bici, creare aree verdi o parchi pubblici, rendere le case più calde e meno umide attraverso misure di efficientamento dell’energia.

L’azione climatica probabilmente migliorerà il benessere mentale di tutti”, “afferma Lawrance”: “Per esempio in una comunità che sta vivendo temperature più alte vi sono report di un peggioramento dell’equilibrio emotivo su tutta la linea. Le azioni climatiche che creano città più verdi e più sostenibili e riducono le diseguaglianze possono potenzialmente migliorare la salute mentale di tutti i cittadini”.

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