Il riscaldamento globale gela il mese di aprile

Un aprile così freddo non si registrava da diciotto anni

Il mese di aprile 2021 è stato il più freddo degli ultimi diciotto anni in Europa. A lanciare l’allarme è il bollettino di monitoraggio climatico del programma europeo Copernicus, che registra mensilmente i cambiamenti della temperatura globale dell’aria in superficie. È dal 2003 che il continente europeo non registrava temperature così basse nel mese di aprile.

Il governo francese ha dichiarato lo stato di calamità agricola

Le temperature insolitamente miti di fine marzo hanno registrato un crollo nella prima settimana di aprile in molte parti d’Europa. In particolare, i numeri sono stati inferiori alla media in un’ampia area che va dall’Islanda al Mediterraneo spingendosi fino al Mar Nero. Al contrario, l’ovest della penisola iberica e le zone più a est di Russia e Turchia hanno registrato anomale temperature sopra la media del mese. Il freddo record ha colpito principalmente Slovenia, l’Italia centrosettentrionale e soprattutto la Francia. Le immagini dei falò accesi dagli agricoltori francesi per salvare vigneti e alberi da frutto già in piena fioritura hanno fatto il giro del mondo, tanto da spingere il Ministro dell’Agricoltura Julien Denormandie a dichiarare lo stato di “calamità agricola”. Il Regno Unito ha registrato un numero record di gelate come non accadeva dal 1960, mentre le temperature minime hanno avuto una media di 0.6°. L’ultima volta che si registrarono questi numeri era il 1922.

Clima sempre più impazzito a causa del riscaldamento globale

Se l’Europa affrontava il mese di Aprile più freddo degli ultimi due decenni, il resto del mondo ha avuto una temperatura superiore di 0.2° rispetto alle media del periodo 1991/2020, un’ulteriore prova del “clima impazzito” della Terra. Le temperature sopra la media sono state registrate su gran parte del Canada nord-orientale e della Groenlandia, della Siberia occidentale, del Medio Oriente e del Nord Africa, Argentina e Cile meridionale, Namibia costiera, Sud Africa e anche in alcune parti dell’Antartide orientale.

Secondo un gruppo di studiosi scandinavi, il gelo e le fitte nevicate che hanno interessato l’Europa nel mese di aprile sono stati una diretta conseguenza dello scioglimento del ghiaccio artico causato dal riscaldamento globale. La maggiore umidità causata dall’evaporazione dei ghiacciai causerà, secondo questo studio, inverni con piogge e nevicate sempre più abbondanti. “Ciò che accade nell’Artico non rimane nell’Artico”, ha affermato la dottoressa Hanna Bailey, co-autrice della ricerca. Lo scioglimento dei ghiacciai, che scaricano enormi quantità di acqua fredda, ha un impatto negativo anche sulla Corrente del Golfo, il cui meccanismo è fondamentale per ridistribuire il calore fra le acque oceaniche del mondo. Il suo indebolimento porterà verso inverni più intensi ed estati sempre più calde nelle regioni occidentali del Vecchio Continente.

Meteo e clima non sono la stessa cosa

È importante ricordare che riscaldamento globale non vuol dire solo aumento delle temperature, come dimostra quello che è accaduto in aprile. Chi nega l’emergenza climatica spesso porta come esempio il verificarsi di singoli fenomeni metereologici, ignorando la fondamentale distinzione tra meteo e clima. Se con il primo si fa riferimento a eventi metereologici circoscritti nel tempo e nello spazio, con clima si intende l’insieme delle condizioni climatiche medie che si verificano su lunghi periodi e su territori molti vasti, fino a comprendere la scala globale.

 

 

 

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