L’accusa è di sedizione e cospirazione criminale
Una mobilitazione internazionale è partita per chiedere al governo indiano di liberare immediatamente Disha Ravi, l’attivista climatica di 22 anni, co-fondatrice dei Friday for Future a Bangalore. L’attivista indiana è stata arrestata con l’accusa di sedizione per aver modificato e fatto circolare un documento twittato da Greta Thunberg in relazione alle proteste degli agricoltori in corso in India.
Greta, nel suo tweet aveva esplicitato il suo sostegno agli agricoltori che stanno manifestando da dicembre contro le riforme agricole che, spiega, danneggeranno il loro sostentamento a vantaggio delle grandi aziende agricole e commerciali. Il documento è un vero e proprio toolkit, una “cassetta degli attrezzi” con i suggerimenti per affiancare i contadini indiani nella loro lotta e per creare e diffondere la consapevolezza internazionale sulle denunce degli agricoltori.
Il toolkit ha attirato l’attenzione della polizia di Delhi che ha iniziato un’indagine penale, sostenendo che il documento era la prova di una cospirazione “per intraprendere una guerra economica, sociale, culturale e regionale contro l’India”.
Con questo pretesto sabato, la polizia ha condotto un raid nella casa di Bangalore di Disha Ravi che poi è stata portata a Delhi e tenuta in custodia dalla polizia di Delhi, per le accuse di essere una “cospiratrice chiave” nel toolkit twittato da Thunberg. La polizia di Delhi ha detto che aveva iniziato un gruppo WhatsApp e “collaborato a fare il Toolkit Doc … per diffondere la disaffezione verso lo stato indiano” e lo aveva poi condiviso direttamente con Greta.
La 22enne, che lavora in un ristorante vegano, è stata ora accusata di sedizione e cospirazione criminale. In tribunale, domenica, Ravi è scoppiata in lacrime e ha detto di aver modificato solo due righe del file del toolkit. La polizia ha affermato nella sua dichiarazione di avere prove tecniche che il ruolo di Ravi nel modificare il toolkit era “molte volte di più delle 2 righe di editing che lei sostiene”. La corte ha rinviato Ravi a cinque giorni di custodia cautelare per “scoprire le sue connessioni con i Sikh per la giustizia”.
Libertà per Disha Ravi!
I gruppi ambientalisti indiani hanno condannato l’arresto di Ravi, descrivendolo come una “caccia alle streghe” su “accuse inventate” e 10 gruppi hanno chiesto il suo rilascio. E’ partita anche una mobilitazione internazionale con l’hashtag #FreeDisha e una petizione su Change, indirizzata alla polizia di Nuova Delhi, che ne chiede la liberazione.
“Le azioni della polizia di Delhi sono ancora più sinistre perché Disha è stata portata a Delhi senza alcuna informazione su dove si trovasse, nemmeno ai suoi genitori, un’azione che può essere definita rapimento extragiudiziale”, si legge in una dichiarazione della Coalizione per la giustizia ambientale in India.
“L’arresto, avvenuto in India, della giovane attivista per il clima Disha Ravi è intollerabile. Non è il primo arresto di questo tipo: chiunque prenda posizione al fianco dei contadini e contro la privatizzazione del mercato agricolo indiano rischia di finire in prigione.” Hanno scritto in una nota l’Europarlamentare Green Eleonora Evi e la co-portavoce dei Verdi Elena Grandi, chiedendo che “La comunità internazionale dismetta i panni dell’indifferenza e intervenga subito affinché Disha Ravi sia liberata: l’Europa, in particolare, sia il faro dei diritti umani e del diritto di parola nel mondo, a qualunque costo”.
Il primo ministro di Delhi, Arwind Kejriwal, che ha sostenuto le proteste degli agricoltori, ha definito l’arresto di Ravi “un attacco senza precedenti alla democrazia. Sostenere i nostri agricoltori non è un crimine”.
Anche se non nominata nell’indagine della polizia e nell’arresto di domenica della giovane Disha Ravi, è chiaro come sia stato proprio il tweet di Greta a portare all’attenzione della polizia di Delhi l’esistenza del toolkit. I leader del partito dominante Bharatiya Janata (BJP) hanno detto che il toolkit era “la prova di piani internazionali per attacchi contro l’India”.
Il ministero degli Esteri indiano è intervenuto in questo mese contro “gli hashtag e i commenti sensazionalistici sui social media” delle celebrità dopo i post di Thunberg e Rihanna.