Lettera aperta degli scienziati del clima
Portrait of two modern scientists working on medical research studying liquids in beaker while sitting at table in laboratory

Il Comitato scientifico “La scienza al voto”, composto da 18 scienziati italiani esperti in clima e ambiente ha deciso di scrivere una lettera aperta ai rappresentanti dei cittadini per cercare di avviare una collaborazione strutturata tra scienza e politica, indispensabile per fronteggiare impegni comuni come quello della lotta ai cambiamenti climatici.

In questo senso il Next Generation EU rappresenta un’enorme occasione che però la politica deve essere in grado di gestire se non vuole mancare gli obiettivi che le evidenze scientifiche ci impongono di raggiungere per preservare la salute nostra e del nostro Pianeta.

La crisi climatica e ambientale rappresenta una priorità per il futuro del Paese e, come insegna anche l’esperienza del Covid-19, una collaborazione continua ed efficace tra mondo scientifico e politico è oggi più che mai decisiva.

Di seguito riportiamo la lettera integrale, aperta a tutta la comunità scientifica, del Comitato scientifico “La scienza al voto”.

La lettera aperta

In un momento in cui il mondo intero sta attraversando un periodo molto critico, in Italia si è aperta una crisi di governo che rischia di rendere la situazione ancora più difficile, ma che apre anche alla possibilità di adottare impegni comuni e non più derogabili.

E allora questo è il momento di fare tesoro delle lezioni che abbiamo tratto dalla lotta al Covid-19: una collaborazione fattiva tra decisori politici e scienziati; la rilevanza, nelle politiche e nelle azioni di governo, del concetto di prevenzione del rischio e la necessità di affrontare insieme sfide sistemiche.

E’ il momento che politica e scienza volgano insieme il loro sguardo verso il futuro. Come scienziati del clima e dellambiente, abbiamo infatti già espresso in passato le nostre preoccupazioni: per porre freno alla crisi climatica e ambientale – e a tutto quanto essa comporta per lo sviluppo del nostro Paese – occorrono misure scientificamente fondate.

Non basta purtroppo predisporre provvedimenti economico/ambientali che, qualitativamente, vadano verso una generica economia verde”: sono necessarie misure che guardino al quadro ecosistemico più generale in cui opera lattività economica, e soprattutto che siano anche quantitativamente efficaci, cioè scientificamente fondate – la scienza è unimpresa tipicamente quantitativa – e che, attuate e monitorate, siano in grado di portare al raggiungimento degli obiettivi.

In Europa il futuro verrà plasmato attraverso il Next Generation EU, e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sarà il modo di calarlo nella realtà italiana. Occorre che questo piano contenga misure efficaci ed efficienti per raggiungere gli obiettivi che lEuropa ci indica. Già in alcuni ambiti scientifici si sono sollevate serie perplessità sullattuale bozza di PNRR: si veda, ad esempio, una dichiarazione della comunità scientifica del WWF Italia, in

cui si fa presente la mancanza di precise politiche per la natura e la biodiversità e si nota come, in questa forma, il PNRR possa addirittura essere bocciato dalla EU:

https://wwfit.awsassets.panda.org/downloads/dichiarazione_comunita_scientifica_pnrr.pdf

Ma noi qui vogliamo affrontare un tema ancora più generale: la necessità di un lavoro congiunto decisori politici – scienziati su clima e ambiente, che sia istituzionalizzato e non lasciato ad incontri sporadici in situazioni di emergenza. In questo, lesperienza Covid ci insegna che alcune crisi, per la loro natura sistemica, possono essere affrontate efficacemente solo con laiuto della scienza, in un dialogo continuo con la politica.

La crisi climatica e ambientale, che richiede il passaggio ad un futuro decarbonizzato, resiliente e sostenibile, presenta molti aspetti di similarità con la crisi pandemica. Infatti, sia pure con tempi di sviluppo diversi, mostra anchessa una accelerazione non lineare (della temperatura globale e degli eventi estremi, in questo caso), se non si agisce prontamente per limitarne le cause; ed è evidente anche lesistenza di un intervallo tra i nostri interventi e il materializzarsi dei loro risultati, un intervallo nel caso del clima ben più prolungato per via del lungo tempo di permanenza dellanidride carbonica in atmosfera e dellinerzia termica degli oceani. In una situazione critica come questa dobbiamo quindi muoverci fin da ora per poter trovare le soluzioni necessarie a indirizzare il nostro futuro, e quello dei nostri figli, verso il benessere e la prosperità.

Per questo torniamo a proporre un dialogo strutturato tra scienziati e politici (ovviamente di tutti gli schieramenti), che potrà assumere le forme che la politica riterrà più opportune: un tavolo permanente di lavoro, la costituzione di un gruppo di consulenza tecnico-scientifica… purché il confronto sia continuo, efficace (cui quindi partecipino i livelli più alti della politica), monitorabile (e quindi coinvolga anche le amministrazioni statali e regionali, decisive nell’eseguire i provvedimenti) e, naturalmente, rispettoso delle competenze degli uni e degli altri.

Questo momento, difficile ma che fa anche intravedere nuove prospettive, ci offre la possibilità di cogliere l’aiuto della scienza per costruire il nostro futuro: non lasciamocelo sfuggire!

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