L'incarico a Draghi

La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione. Bisogna vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, rilanciare il Paese: sono le sfide che ci aspettano. Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell’Ue, abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro Paese, con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale”

Con queste parole oggi Mario Draghi ha accettato con riserva l’incarico conferitogli dal Presidente della Repubblica Mattarella di formare un nuovo governo, dopo che ieri sera è arrivato l’annuncio del naufragio di qualsiasi trattativa tra i partiti della precedente maggioranza.

Il futuro delle nuove generazioni

L’attenzione rivolta ai giovani non è una novità nei discorsi dell’ex Presidente della BCE; significative sono ad esempio le parole pronunciate lo scorso Agosto durante il Meeting di Rimini, attraverso le quali Draghi ha espresso l’urgenza di impiegare massivamente i fondi europei proprio per garantire alle giovani generazioni la possibilità di uscire dall’incertezza generata dalla pandemia e di ricominciare a ricostruire il proprio futuro, innanzitutto fornendo loro gli strumenti adeguati a fronteggiare un debito pubblico, quello generato dalla pandemia, che peserà a lungo sulle vite degli adulti di domani.

Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di disuguaglianza”, ha affermato in quell’occasione Draghi, ponendo l’accento anche su un’altra questione centrale, che è quella che lega la ricostruzione e la crescita al rispetto dell’ambiente.

Una crescita che rispetti l’ambiente

Il ritorno alla crescita che rispetti l’ambiente e non umili la persona è divenuto un imperativo assoluto”, ha affermato Draghi sempre dal palco di Rimini, aggiungendo che “il ritorno alla crescita e alla sostenibilità delle nostre politiche economiche sono essenziali per rispondere al cambiamento dei desideri delle nostre società […]. La protezione dell’ambiente, con la riconversione delle nostre industrie e dei nostri stili di vita è considerata dal 75% delle persone nei 16 maggiori Paesi al primo posto nella risposta dei governi a quello che è il più grande disastro sanitario dei nostri tempi”.

Conoscere il cambiamento, comprenderlo e avere il coraggio di agire per fronteggiare le sfide che ci si parano davanti, senza dimenticare l’umiltà che “discende dalla consapevolezza che il potere e la responsabilità del servitore pubblico non sono illimitati, ma derivano dal mandato conferito che guida le sue decisioni e pone limiti alla sua azione”, con queste parole chiave, poco più di un anno e mezzo fa, l’ex Presidente della BCE aveva ricevuto la Laurea honoris causa in Economia all’Università Cattolica di Roma e queste stesse parole ci si augura possano tracciare un sentiero lungo il quale, qualora le consultazioni dovessero andare a buon fine e le riserve venissero sciolte, Draghi possa operare nel suo ruolo di Primo ministro per affrontare una situazione di crisi innanzitutto sanitaria, ma anche sociale, ambientale ed economica.

A poche settimana dalla deadline prevista per presentazione del Recovery Plan occorre fare delle scelte coraggiose e soprattutto lungimiranti, che sappiano realmente tenere conto delle esigenze delle nuove generazioni, che sappiano tutelarle e che dimostrino consapevolezza dell’urgenza di una conversione ecologica delle nostre strutture socio-economiche, senza la quale è impensabile anche solo parlare di futuro.

Per preservare il nostro progetto europeo, dobbiamo essere in grado di affrontare le nuove sfide che ci attendono in relazione al cambiamento climatico, alla disuguaglianza e all’indebolimento dell’ordine globale postbellico […]. Per riuscirci abbiamo bisogno che diverse aree di giurisdizione cooperino e si rafforzino a vicenda, e non dovremmo mai dimenticare che insieme siamo più forti”. Che sia il tempo delle scelte coraggiose, dunque, per il bene del Pianeta e per quello delle generazioni future.

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