La forma snella e slanciata, la coda sporgente, le ali lunghe e strette… è proprio lei, un esemplare di albanella minore (Circus pygargus), che sta scendendo in un campo di cereali!
Scene come queste, da aprile ad agosto, rappresentano lo spettacolo quotidiano per i volontari Lipu impegnati nella tutela di quest’affascinante predatore.
L’albanella minore è un rapace diurno, di taglia media che, trascorso l’inverno nell’Africa subsahariana, con la bella stagione raggiunge il suo ampio areale di nidificazione arrivando anche in Italia.
Non ama nidificare a quote elevate, predilige aree pianeggianti o comunque comprese entro i 500 metri di altitudine.
Caratteristica di questi uccelli sono le spettacolari acrobazie effettuate dalla femmina e dal maschio, che si scambiano in volo la preda appena catturata.
E’ solita nidificare a terra, in mezzo a distese di erba alta, come steppe, incolti o brughiere ma nel nostro Paese, a causa della distruzione del suo ambiente naturale, si è adattata a deporre le uova nei campi di cereali e foraggio.
Tale abitudine espone la specie a rischi elevati e molti pulcini vengono spesso uccisi durante le normali pratiche di gestione agricola (come la mietitura meccanizzata). Contestualmente, l’intensificazione dell’agricoltura, l’abbandono e la conversione delle aree agricole tradizionali, così come la progressiva dismissione di prati da sfalcio e pascoli, hanno un impatto pesante sulla specie, riducendo il suo habitat e quello delle sue principali prede rappresentate da piccoli mammiferi (arvicole, topi selvatici), passeriformi, lucertole, ramarri ed insetti.
Come tutelare l’albanella minore?
Al fine di proteggere questo meraviglioso rapace, la Lipu/BirdLife Italia è da anni attiva in diverse località italiane, con gruppi che si occupano di tutelare direttamente i nidi, interagendo con le comunità locali e monitorando la stagione riproduttiva in ogni sua fase.
Tra questi, il Gruppo di Studio e Conservazione dell’Albanella minore (GSCA), capitanato da Enzo Calevi e composto da volontari della LIPU di Viterbo e di altre sezioni del Lazio, ha appena concluso la quindicesima stagione di attività nella Tuscia viterbese, con risultati davvero importanti.
A partire dal 2006, infatti, il “GSCA” si è dedicato per 5 mesi l’anno alla tutela ed alla conservazione di questa specie, particolarmente minacciata nel territorio dell’alto Lazio.
In questo lungo lasso di tempo, anche grazie al coinvolgimento ed alla collaborazione degli agricoltori, il gruppo è dapprima riuscito a stabilizzare la popolazione di individui nidificanti, per poi riuscire a veder crescere i siti di nidificazione ed il numero di giovani involati.
La stagione 2020 era iniziata in salita, per l’improvvisa esplosione della pandemia ed il conseguente lockdown ma, essendo il progetto essenziale per la sopravvivenza di tanti rapaci, è stato possibile per la Lipu autorizzarne lo svolgimento, naturalmente nel rispetto di quanto previsto dai provvedimenti delle autorità governative e sanitarie.
Pur tra non poche difficoltà, gli esiti della campagna albanelle 2020 hanno alla fine ampiamente ripagato i volontari Lipu dei tanti sforzi profusi, con i risultati migliori di sempre, per numero di nidi e di giovani involati: ben 23 esemplari!
Ma come si sviluppa concretamente l’attività dei volontari Lipu in difesa di questo splendido rapace?
Diversi sono gli elementi importanti: naturalmente è fondamentale assicurare una presenza costante dei volontari presso i campi, in modo da poter identificare, anche grazie alle conoscenze etologiche acquisite, i siti di nidificazione.
Successivamente occorre monitorare con continuità i nidi, conoscere le colture presso le quali sono stati realizzati e sapere quando avverrà lo sfalcio o la mietitura.
E’ quello il momento fondamentale per la sopravvivenza degli animali perché, intorno ad ogni nido, vengono installate delle reti (spesso elettrificate) che, da un lato consentono agli agricoltori di localizzare i nidi e quindi evitare la loro distruzione, dall’altro proteggono la nidiata da eventuali predatori naturali.
Una volta tagliato il campo infatti, i giovani rapaci diventerebbero facile preda per altri animali: per tale ragione l’intervento di protezione risulta indispensabile per dare più possibilità di sopravvivenza ai nuovi nati.
La collaborazione con gli agricoltori è estremamente preziosa, anche perché a volte sono proprio loro a contattare il gruppo Lipu per segnalare un nido attivo e quindi meritevole di protezione.
Nel corso degli anni la tecnologia ha fornito un supporto crescente e prezioso: da un lato attraverso l’utilizzo dei droni, utili per localizzare i nidi, valutare lo stato di avanzamento della nidificazione e di conseguenza programmare lavori ed attività; da un altro ed ancor più recentemente, attraverso l’uso delle webcam, utilizzate per monitorare nidificazione e stato di salute dei nuovi nati anche nel cuore della notte ed acquisire nuove informazioni sull’etologia di questi animali.
Conoscenza dei tempi della terra e degli animali, moderne tecnologie e coinvolgimento della popolazione locale: elementi che, abbinati alla passione ed alla tenacia, consentono alla campagna viterbese di poter ancora godere di quella meraviglia chiamata Albanella minore.