Legge di bilancio sussidi
Perché non togliere i sussidi ai fossili nelle Legge di Bilancio?

Una legge di Bilancio con chiaroscuri

Nella Legge di Bilancio approvata dalla Camera e in discussione al Senato vi sono ancora oltre 21,8 miliardi di sussidi alle fonti fossili sotto forma diretta e circa 13,8 miliardi in forma indiretta, è per questo che Legambiente, tramite il suo presidente nazionale Stefano Ciafani, parla di una occasione persa.

La mozione sulla emergenza climatica

Ma anche la proroga “solo” di 6 mesi del superbonus edilizio al 110%, fino al dicembre 2021, è un’altra delle opportunità mancate da questo Governo. Si odono ancora le voci di quando poco più di un anno fa, il 12 dicembre 2019, la Camera approvò la mozione sulla emergenza climatica, sulla spinta delle richieste dei Fridays For Future in cui si impegnava, tra le altre cose,  a riconoscere lo stato di emergenza ambientale e climatica, accelerare la realizzazione degli interventi di mitigazione ed adattamento al cambiamento climatico e pervenire alla progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi.

Il green Deal

Del resto, è proprio la Commissione Europea che ha adottato il Green Deal europeo e per bocca della sua presidente  Ursula von der Leyen, ha più volte ribadito il necessario impegno di tutti i Paesi dell’Unione per arrivare alla transizione ecologica.

In Parlamento poi ci sono mozioni, OdG, interpellanze che parlano di Green deal, ben 211 dall’inizio legislatura ne ha conteggiate Openparlamento. Proponimenti che spesso rimangono solo tali, senza nessun atto preciso e concreto.

Il rapporto GreenItaly

La Legge di Bilancio aveva veramente una grande occasione che é stata mancata, perché spostare i fondi dagli obsoleti fossili a investimenti in innovazione ambientale sarebbe realmente utile a uscire dalla crisi economica e sociale, il rapporto GreenItaly, presentato nell’ottobre 2020 da Unioncamere e Fondazione Symbola, spiega che 432 mila imprese italiane negli ultimi 5 anni hanno investito sulla green economy per superare la crisi e affrontare il futuro; in Italia ci sono ben 3,1 milioni di green jobs che impegnano il 13,4% degli occupati; il 2019 è stato l’anno record di eco investimenti con il 21,5% del totale che è il dato più alto ultimi 10 anni corrispondente a un valore assoluto di quasi 300 mila imprese e di 7,2 punti superiore a quanto registrato nel 2011; l’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100 mila unità, con un incremento del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali.

Questi sono i dati che dovrebbero far riflettere che la vera strada da percorrere è quella della conversione ecologica auspicata da Alex Langer e da Papa Francesco nell’enciclica Laudato sí.

I segnali positivi

Ovviamente ci sono capitoli di dpesa della Legge di Bilancio che ci piacciono: il bonus per l’acquisto di auto elettriche (anche se il problema della mobilità non è solo togliere il motore endotermico ma una vera alternativa sostenibile all’utilizzo dell’auto); la norma che incrementa di 3 milioni di euro il fondo per la gestione delle aree marine protette e prevede l’istituzione dell’area marina protetta delle Isole Cheradi e Mar Piccolo (Taranto); i fondi per i comuni compresi nelle Zone economiche ambientali per l’educazione ambientale (8 milioni di euro), per promuovere il vuoto a rendere (10 milioni di euro), incentivare la tariffazione puntuale dei rifiuti (10 milioni di euro) e per promuovere l’acquisto di compostiere di comunità (10 milioni di euro) insieme al finanziamento di 9,4 milioni di euro per la ricerca e la formazione basata su soluzioni vegetali per accompagnare la transizione verde, e un fondo di 1 milione di euro per sostenere le attività di recupero e cura della fauna selvatica dei centri gestiti dalle associazioni ambientaliste.

Insomma, i segnali positivi ci sono. Ora spetta a noi controllare che queste risorse vengano investite bene e la nostra battaglia per l’eliminazione dei sussidi statali ai fossili non si ferma qui.

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