L’incredibile pandemia che sta interessando la Terra, la più grande crisi planetaria dalla seconda guerra mondiale, ha evidenziato ancor di più quanto la tutela della biodiversità ed un corretto rapporto con la natura e gli animali siano determinanti anche per lo stato di salute degli esseri umani.
Da un lato, come emerso dalle ricerche compiute da molti scienziati, l’inquinamento risulterebbe giocare un ruolo importante nella diffusione del Covid-19 -o quanto meno nel determinarne conseguenze più gravi per la salute umana- mentre, come asserito anche dall’etologa e antropologa Jane Goodall, la pandemia ha le proprie radici nella distruzione della biodiversità (in particolare delle foreste) e nel commercio di specie animali selvatiche.
Il network di BirdLife
Considerato il contesto planetario di tali problemi, come ambientalisti è quindi sempre più importante riuscire ad agire con un’azione coordinata a livello internazionale ed è proprio quello che, ormai da molti anni, stiamo facendo come Lipu nell’ambito del network di BirdLife International, la più grande federazione mondiale di associazioni per la conservazione degli uccelli e della biodiversità, della quale la nostra associazione è il partner italiano.
Dal locale al globale, con azioni coordinate sul campo, una visione ben rappresentata dal logo di BirdLife International, in cui è presente l’incredibile sterna artica o codalunga, capace di compiere un volo migratorio da record, dall’Artico all’Antartico e viceversa. Secondo uno studio di Carsten Egevang ed altri, questo incredibile uccello marino, nel corso di una vita media di 29 anni, può spostarsi per tanti chilometri quanti ne occorrono per andare dalla Terra alla Luna per sei volte (circa 2.400.000 km).
Ed è proprio sulle ali della visione globale fornitaci dal volo della sterna artica che, in occasione del 50mo Earthday mondiale, BirdLife International ha scritto alle Nazioni Unite, in rappresentanza di ben 10 milioni di sostenitori, chiedendo un atto estremamente importante e significativo.
L’articolo 31
Con una lettera inviata al Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, il network di associazioni ha, infatti, chiesto all’organizzazione intergovernativa di compiere “un passo coraggioso e senza precedenti”, ovvero dichiarare “l’ambiente naturale come diritto umano fondamentale e inalienabile”.
In particolare, la lettera chiede alle Nazioni Unite, come parte della loro risposta alla pandemia da Coronavirus, di aggiungere l’articolo 31 alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che rappresenti il diritto universale a un ambiente naturale sano, tutelato dalle politiche pubbliche e governato sulla base di principi di sostenibilità, conoscenza scientifica e conoscenza tradizionale dei popoli indigeni.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nata sulle ceneri della seconda guerra mondiale, ha sancito per la prima volta i diritti umani fondamentali da tutelare globalmente.
I suoi trenta articoli riguardano aspetti essenziali tra cui la libertà, l’uguaglianza, la proibizione della tortura, l’educazione e l’accesso alla giustizia, ma non citano la protezione dell’ambiente, da cui pure dipendono la vita umana e quella di tutti gli esseri viventi. Una mancanza che merita decisamente di essere colmata.
Già in passato si era provato a chiedere un provvedimento del genere, la speranza è che la drammatica situazione planetaria che ci troviamo ad affrontare, spinga ora ad agire in tempi rapidi.
Per tale ragione come associazioni, in rappresentanza di 10 milioni di sostenitori, abbiamo chiesto che la discussione sul nuovo Articolo 31 possa essere inclusa nell’Agenda del Summit sulla Biodiversità dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che avrà luogo a settembre.
L’emendamento per l’ambiente sano e protetto sarebbe il primo da quando la Dichiarazione venne proclamata nel 1948, un’occasione da saper cogliere per fare un prezioso dono al mondo ed alle future generazioni.
I FIRMATARI DELLA PETIZIONE
La lettera, supportata da una petizione, è sottoscritta da circa 100 organizzazioni nazionali di BirdLife International, dal Sudamerica (tra cui Save Brazil, Aves Argentina, Guyra Paraguay) all’Asia (tra cui Bombay Natural History Society, WBS Japan, Burung Indonesia), dal Nord America (Audubon Society degli Stati Uniti, Nature Canada) all’Africa (tra cui Grepom Marocco, Syrian Society for Conservation of Wildlife, Birdwatch Zambia) all’Australia e all’Europa (oltre 20 partner tra cui gli inglesi della Royal Society for Protection of Birds, i tedeschi della Nature and Biodiversity Conservation Union e la Lipu). Per approfondire e per firmare la petizione pubblica di BirdLife International a sostegno dell’Articolo 31: www.birdlife.org/article31
Alessandro Polinori è il Vicepresidente di Lipu/BirdLife Italia